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Via dei Georgofili

«Per qualcuno quella maledetta strage è come se non ci sia mai stata»

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FIRENZE – «La verità storica e la verità giudiziaria non sempre si sovrappongono, ma noi dobbiamo puntare a questo risultato. Occorre guardare al passato senza paura e senza omissioni, perché altrimenti non avremo un futuro». Parole del presidente del Senato Pietro Grasso stamani a Firenze per il ventesimo anniversario della strage dei Georgofili, avvenuta alle 1.04 del 27 maggio 1993. Ad accogliere Grasso nella sede della Giunta regionale stamani alle 11 c’era il governatore Enrico Rossi per la consegna, da parte dei familiari delle vittime di Georgofili, di una targa ricordo a chi quella notte c’era. Tra questi Polizia Municipale, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Protezione civile, Misericordie e Pubbliche Assistenze.

«Per vincere la mafia occorre rafforzare democrazia e promuovere la legalità in ogni ambito» ha insistito Grasso precisando che «le sentenze hanno accertato le responsabilità degli esecutori e di parte dei mandanti, quelli mafiosi naturalmente. Per la prima volta, nelle sentenze di Firenze si è usata l’espressione ‘terrorismo mafioso’». Un pubblico ringraziamento ha poi espresso alla presidente dell’Associazione familiari delle vittime Giovanna Maggiani Chelli «per l’impegno che ha profuso e profonde per la ricerca della legalità e della giustizia».

La risposta non si è fatta tardare. «Memoria. Oggi, come altre volte – ha detto la signora Maggiani Chelli – ci troviamo parlare di memoria. Una parola che significa tante cose, ma che alcune volte è come un contenitore vuoto. Una specie di marchio da tirar fuori dagli scatoloni dei luoghi comuni per le occasioni speciali. Molte volte, nonostante tutto, quello che ci succede è che uniamo la parola speranza alla parola memoria. Sono vent’anni che speriamo. Che prima di tutto, speriamo in una giustizia completa. Una speranza che tarda ad arrivare, ingoiata dalla maledetta sensazione che quella maledetta strage, per qualcuno, è come non ci sia mai stata». E rivolta ai destinatari della targa ricordo, ha quindi aggiunto: «eravate di quella notte, se siete accorsi, avete sentito le fiamme, avete sentito piangere. La strage c’è stata, allora, è stata vera».

Le cerimonie di ricordo sono quindi passate in Palazzo Vecchio. Prima l’inaugurazione della mostra fotografica dell’Ansa «La notte dei Georgofili» nel cortile di Michelozzo che resterà aperta fino al 31 maggio. Poi nel salone dei Cinquecento il saluto del sindaco Matteo Renzi («Firenze in prima fila nella lotta alla mafia») e del presidente del consiglio comunale Eugenio Giani che ha presentato l’opera «I passi d’oro» dello scultore Roberto Barni.

La statua è stata quindi inaugurata in via dei Georgofili. Sono stati i vigili del fuoco Massimo Turrini e Massimiliano Bambi a salire sull’autoscala a 20 metri di altezza sul muro esterno di un palazzo per scoprire l’opera sotto gli applausi delle autorità e della gente che era riuscita (con qualche difficoltà) ad arrivare in quella strada stretta ma piena di storia.

La statua è alta circa due metri e poggia su una base a forma di lama che esce dalla parete del palazzo. «Ho pensato – ha detto Barni – che su una lama simbolo di morte si potesse ergere una figura come una vittoria, come una Nike, che con passo deciso avanzasse portando con sé le cinque persone dorate proprio per ricordare gli esseri umani nel loro splendore della vita, nelle loro case, nelle loro strade».

Stasera (vedi il programma) la manifestazione continuerà alle 21 nel Salone dei ‘500 – e non in piazza Signoria come precedentemente annunciato – con nuovi incontri mentre alle 22 è prevista la rappresentazione di «Tosca» di Giacomo Puccini. Al termine un corteo silenzioso si muoverà verso via dei Georgofili, dove alle 1.04 il Gonfalone del Comune di Firenze renderà omaggio alle vittime della strage.


Sandro Addario

Giornalista

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