Protesi ortopediche difettose, «800 toscani a rischio contaminazione»
FIRENZE – I numeri non sono certo incoraggianti e, anzi, fanno paura. Sarebbero infatti «circa 800 i toscani a rischio contaminazione da cobalto a causa di protesi ortopediche difettose». Dati shock, illustrati all’interno di una risposta dell’assessore regionale alla Salute Luigi Marroni all’interrogazione presentata dalla consigliera del Gruppo Misto Marina Staccioli.
Lo scandalo DePuy – azienda statunitense di produzione di protesi del colosso Johnson & Johnson – risale all’agosto del 2010, quando il marchio stesso decise di fare dietrofront e di ritirare dal mercato impianti messi in commercio e accusati di rilasciare cobalto nel sangue. Da quel momento, la Regione Toscana ha avviato la necessaria procedura di richiamo dei pazienti e follow-up di tutti i soggetti coinvolti, “ma pochi – fa sapere Staccioli – hanno subito l’espianto della protesi difettosa”.
La preoccupazione è quindi tanta, anche in rapporto alle cifre. “Solo per quanto riguarda gli interventi di protesi d’anca – continua la consigliera – parliamo di 12.826 pazienti, per un totale di 13.600 impianti. Di questi, 808 sono stati forniti dalla DePuy, ma finora solo 53 sono stati rimossi e sostituiti”.
A questo proposito, è di qualche settimana fa la notizia dell’inchiesta – aperta dalla procura di Torino – sugli impianti dell’anca prodotti tra il 2003 e il 2010 dalla DePuy, con cinque amministratori delegati finiti nel registro degli indagati per le ipotesi di accusa di fronde in commercio e commercializzazione di prodotti pericolosi per la salute.
Il ragionamento sollevato da Staccioli è però ben più ampio e passa anche attraverso le modalità di scelta dei fornitori da parte delle Aziende sanitarie toscane. “L’assessorato – prosegue Staccioli – ci fa sapere che sono state eseguite regolari gare da parte degli Estav. Non ne dubitavamo, quel che desta allarme è che come al solito sia stata fatta la scelta al maggior ribasso”.
“Evitiamo uindi che i continui salassi effettuati al sistema sanitario regionale si ripercuotano sui cittadini. Tanto più – conclude Staccioli – che come spesso accade, chi meno spende più spende: quanto ci costerà adesso, sia in termini economici che di disagi per i pazienti, il percorso di monitoraggio dei trapiantati e l’eventuale secondo intervento?”.