Informatica forense, fa tappa a Firenze il Forensics Roadshow
FIRENZE – L’utilizzo dell’Informatica Forense nel mondo del cyber crime è stato oggetto di un interessante convegno stamani a Firenze, svolto nell’antica chiesa duecentesca di San Jacopo in Campo Corbolini, alla quale si accede passando da una bellissima porta affrescata.
Una giornata che fa parte del Forensics Roadshow 2013, un tour da nord a sud della penisola, che tocca 5 città italiane – partito da Genova il 27 maggio, per proseguire il 30 a Treviso, il 31 a Firenze, il 3 giugno a Roma e, infine, il 5 giugno a Palermo – organizzato dalla segreteria nazionale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), in collaborazione con Yarix e Datamatic Sistemi & Servizi.
Il corso di alta formazione per operatori del settore, quali polizia postale, polizia e carabinieri, ma comunque aperto gratuitamente al pubblico, ha visto l’avvicendarsi di alcuni professionisti per illustrare strategie, strumenti e case history, allo scopo di promuovere quelle tecniche, competenze e modalità di intervento necessarie per l’analisi e la soluzione dei casi legati alla criminalità informatica.
«Questa occasione rappresenta per noi un risultato importante – è stato detto – e ci consente di dare una mano all’Amministrazione nel fornire una adeguata formazione professionale per illustrare, sull’intero territorio nazionale, quelle tecnologie, innovative e concrete, in grado di essere utilizzate anche in dibattimento».
Gli interventi degli specialisti sono stati introdotti dal Segretario Regionale Sap della Toscana, Fabio Grassi, e dal Segretario Provinciale Sap di Firenze, Antonio Baldo.
Poi, dopo la presentazione di casi reali, supportati da apposite demo, e l’inquadramento delle problematiche all’interno del contesto giuridico, con l’analisi della Legge 18 marzo 2008, n. 48, recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, è stato lasciato ampio spazio a un confronto con il pubblico, che ha avuto l’occasione di discutere direttamente con i relatori alcune tra le questioni più intricate.
Il messaggio che si conferma, ancora una volta valido, è che ormai l’informatica, anche in ambito giuridico, non fa più parte del futuro, perché è già presente.