Politica, cittadinanza e onorificenze
Per 20 anni ho partecipato alle cerimonie della festa della Repubblica e alla consegna dei diplomi di benemerenza ai cittadini meritevoli. Sono sempre stato però dalla parte di chi consegna gli attestati senza essere coinvolto, se non raramente, in quell’emozione che pervade gli insigniti. Per la prima volta mi sono trovato dall’altra parte del tavolo e ho provato una sensazione completamente diversa.
Le onorificenze sono state consegnate dal prefetto Luigi Varratta, un funzionario che si è inserito nella nostra realtà fiorentina, non facile, in punta di piedi, senza proclami altisonanti, ma che con grande buon senso e professionalità ha subito dimostrato di saper intervenire nei modi e con le forme giuste per contribuire a risolvere i problemi della città e della provincia. Questo 2 giugno è stata una giornata particolarmente importante: per iniziativa del Presidente della Regione, con l’interessamento partecipe del Capo dello stato, è stata concessa la cittadinanza italiana per meriti speciali ai tre cittadini senegalesi feriti a Firenze il 13 dicembre 2011. A quell’ignobile gesto la città e le istituzioni reagirono subito stringendosi intorno alla comunità senegalese che, da parte sua, dimostrò grande senso di responsabilità. In prefettura sono stati raccolti, a tempo di record, gli elementi necessari per il perfezionamento della procedura per la concessione della cittadinanza, grazie all’attività di due funzionarie, Rosa Milano e Anna Chiti Batelli, che hanno ottenuto anche loro un significativo riconoscimento.
Il diploma di Cavaliere di Gran Croce mi è stato attribuito per i 40 anni di lavoro al servizio dello Stato e dei cittadini e mi è stato consegnato in piazza della Signoria. Poco più di due anni fa in quella stessa piazza, centro delle vita democratica della nostra collettività, insieme al Sindaco Renzi abbiamo festeggiato l’inizio delle celebrazioni del 150° anniversario della nostra unità nazionale. Firenze, illuminata e piena di bandiere tricolori, è stata in prima linea per riaffermare i sentimenti di unità nazionale e di fedeltà ai principi democratici. La stessa scena si è ripetuta in tante altre città, piccole e grandi. E’ stata forse l’ultima occasione nella quale il nostro paese ha dimostrato coesione e unità. È necessario recuperare quella coesione e quell’unità per fornire un nuovo slancio all’Italia, per realizzare quelle riforme che, da troppo tempo attese e mai realizzate, ci consentano di uscire dalla grave situazione di crisi economica e sociale che stiamo attraversando. Sarà difficile, ma da inguaribile ottimista spero che ce la faremo.