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Loggia Dei Lanzi 7af60c37

Lanzichenecchi a Firenze

Impronte sulla parete destra della Loggia dei Lanzi a Firenze
Impronte sulla parete destra della Loggia dei Lanzi a Firenze

Ci sono impronte misteriose nella Loggia dei Lanzi a Firenze, che in pochi conoscono. Tante tracce tonde che scalfiscono la pietra, sulla parete di destra. È il segno lasciato nei secoli dai Lanzichenecchi, il corpo di guardia formato da soldati mercenari tedeschi, armati di picca, spada o archibugio, che montavano la guardia ad Alessandro I de’ Medici (detto il Moro) il primo duca di Firenze dal 1532. Dai «Lanzi» il nome della loggia, nel cui sottosuolo c’era l’armeria.

Certamente i lanzichenecchi sotto quella loggia, oltre alla guardia, spararono con i loro archibugi su bersagli posti al di sotto della balza fregio che decora le due pareti. Sono scalfitture concave lasciate sulle dure bozze, che misurano una circonferenza simile a quella di un euro, e che corrisponderebbero a palle di piombo o di ferro sparate appunto dai loro archibugi. Pensando alla voce di paragone che circolava all’epoca: «Beve come un lanzo» si può anche immaginare che la mira di questa fanteria tedesca non fosse molto precisa. Proprio in virtù del risaputo suo uso a tracannar bicchieri, spesso e volentieri uno di troppo, che aveva generato persino il proverbio: «Bere alla tedesca; la mattina puro, a desinare senz’acqua e a cena come viene dalla botte».

Loggia dei Lanzi Impresso

Fra le tante impronte delle archibugiate, quasi illeggibile, la scritta «Impresso» che resta un mistero, anche se appare disegnata con caratteri più moderni rispetto ai tempi dei Lanzi. È sulla parte sinistra della parete, verso l’alto della balza. Per scoprirla occorre fare molta attenzione in mezzo alla pietra dello stesso colore.

Se tutti conoscono i capolavori scultorei all’interno Loggia dei Lanzi, la sua storia è un po’ meno nota. La «Loggia dei Priori o della Signoria» fu realizzata per avere un luogo pubblico spazioso riparato dalla pioggia, da cui la suprema magistratura della Repubblica Fiorentina potesse parlamentare col popolo, convocato qui dal «segno della campana».

Fu costruita per volere della Signoria su disegno di Andrea di Cione Arcagnolo, detto l’Orcagna, per le pubbliche assemblee e le cerimonie ufficiali della Signoria alla presenza del popolo. Fu iniziata nel 1378 sotto la direzione degli architetti Benci di Cione e Francesco Talenti e terminata nel 1382.

Dopo la caduta della Repubblica avvenuta nel 1530, la loggia perse la sua funzione pubblica per la quale era stata concepita. Cambiò oltre al suo utilizzo anche la denominazione: da allora è assai più conosciuta come Loggia dell’Orcagna, dal nome dell’esecutore del disegno, o dei Lanzi, ossia lanzichenecchi. Il suo sottosuolo, uguale in superficie a quella della Loggia stessa, dopo essere stato utilizzato come armeria divenne per molto tempo il deposito di olio per la città. Non solo per uso alimentare ma anche per l’illuminazione notturna. Di fatto era la vera «orciaia» di Firenze.


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Luciano Artusi


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