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Domani e lunedì la sfida per il sindaco di Siena

Domani il ballottaggio a Siena, sfida all’ultimo voto

Domani e lunedì la sfida per il sindaco di Siena
Domani e lunedì la sfida per il sindaco di Siena

FIRENZE – Dopo vent’anni Siena torna al ballottaggio per la scelta del sindaco. Un secondo turno che vede contrapposti Bruno Valentini (Pd, Sel, Riformisti) ed Eugenio Neri (liste civiche trasversali). Il primo è un bancario Mps ed ex sindaco di Monteriggioni, il secondo un cardiochirurgo neofita della politica.

Al primo turno i senesi hanno premiato il candidato della coalizione uscente (presente quasi al completo) che ha raccolto il 39,5% dei consensi contro il 23,4% del progetto trasversale di Neri che va dal centrodestra a pezzi della sinistra.

Visto così l’esito della corsa apparirebbe fin troppo scontato, eppure “sarà una sfida all’ultimo voto”, ammette un dirigente del Pd durante una delle ultime iniziative della campagna elettorale. Un’affermazione che non è di pessimismo da scongiuri perché i motivi per avvalorare questi tesi ci sono. Innanzitutto il risultato del primo turno è stato lo specchio di una città disorientata dove il voto si è frammentato tra gli otto candidati a sindaco, basta pensare che a parte i due che si sfidano al ballottaggio, in cinque hanno viaggiato tra il 5 e il 10% dei voti.

Segno che dunque al secondo turno c’è un ampio bacino di voti ancora contendibili. Così come per quel 32% dei senesi che non sono andati a votare a fine maggio. Basta pensare che per la prima volta nella storia recente di Siena il partito degli astensionisti è il primo della città, complice anche il tracollo del Pd passato da 11.700 voti e il 38% del 2011 a 6.500 voti pari al 25% del primo turno delle Comunali.

La distanza tra i due candidati inoltre si è ridotta nella prima settimana post voto perchéNeri ha siglato un apparentamento con un’altra lista civica (Impegno per Siena) che lo ha fatto salire al 28% di partenza, rendendo il gap da Valentini non così netto e rafforzando il messaggio che Neri ha lanciato per tutta la campagna elettorale ovvero che “il cambiamento è a portata di mano”.

Certo va detto anche la città finora si è mostrata assai conservatrice e ingessata sulle scelte del passato e smuovere l’elettorato non è certo compito da poco. Al tempo stesso però è anche vero che il Pd senese non sta troppo bene e i cittadini se ne sono accorti un minuto dopo il voto quando sono riaffiorati i vecchi veleni che l’hanno portata al commissariamento del 2012.

L’ex sindaco Ceccuzzi è il vero dominus del partito tanto che se dovesse vincere Valentini eleggerebbe ben 9 dei 12 consiglieri del Pd. Dall’altra parte invece l’associazione Confronti, vicina al presidente del consiglio regionale Alberto Monaci, è l’azionista di maggioranza della lista civica Siena Cambia, espressione diretta del sindaco.

I due avversari storici (per interposta persona) hanno ricominciato a cantarsele di santa ragione e ora si ritroveranno vicini di casa in consiglio comunale: il rischio è che si ripetano le baruffe interne alla maggioranza che portarono alle dimissioni del sindaco nel 2012. Gli appelli al voto e i richiami all’unità dello stato maggiore del Pd hanno placato le liti ma è facilmente pronosticabile che si tratti solo di un breve attimo di tregua.

La domanda è dunque se una città sconvolta dagli scandali politico-finanziario del Monte dei Paschi e con le istituzioni in crisi reagirà nelle urne oppure se farà prevalere l’appartenenza partitica? Domani e lunedì si vota, da qui arriverà la risposta.

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