Skip to main content

«Firenze ci sta a cuore» fa tappa in Emilia: 800 giovani terremotati imparano la rianimazione

Firenze ci sta a cuore va in trasferta in Emilia tra i terremotati
Firenze ci sta a cuore va in trasferta in Emilia tra i terremotati

FIRENZE – La solidarietà e l’aiuto reciproco non conoscono confini. Soprattutto quando si parla di attenzione verso gli altri e verso la vita stessa. E’ con questo spirito che il progetto ‘Firenze ci sta a cuore’ lascia – solo temporaneamente – il capoluogo toscano e va in trasferta, lì dove il dolore è ancora vivido e profondo: in Emilia. L’iniziativa (ideata nel 2009 da Alberto Locchi, consigliere comunale della Lista Galli, con l’obiettivo di portare la rianimazione cardiopolmonare nelle scuole superiori fiorentine grazie ai “formatori” volontari di Cri Anpas, Misericordie e l’associazione Onlus Nicco Testini) proprio oggi si trasferirà a Mirandola, paese duramente colpito dal terremoto dell’anno scorso.

Un appuntamento sentito e voluto, che punta a fare dell’educazione uno strumento salvavita. “Per questo giorno – spiega Locchi – Irc Comunità, che assieme ad Anmco patrocina ‘Firenze ci sta a cuore’ e che è una delle maggiori società scientifiche cardiologiche italiane, ha organizzato un incontro fra il Comune di Firenze, che sarà da me rappresentato, le autorità locali e gli 800 ragazzi della cittadina: nell’occasione questi giovani usufruiranno del corso di rianimazione grazie a 50 volontari delle associazioni di volontariato fiorentine”. I numeri, del resto, parlano da soli: il progetto ha spento ormai la sua terza candelina e ha coinvolto, tra studenti e realtà extrascolastiche, già 3.500 fiorentini.

La rianimazione resta purtroppo ancora un ‘tabù’ per molti italiani:solo il 5% della popolazione del Paese, infatti, sa come affrontare un arresto cardiorespiratorio in attesa dell’arrivo dei soccorsi qualificati. “L’Italia è l’unico tra i paesi più civilizzati a non prevedere come materia obbligatoria di insegnamento anche la rianimazione cardiopolmonare dando, purtroppo, un segnale pessimo di civicità. Ogni anno – insiste il consigliere comunale – statisticamente un abitante ogni mille viene colto da arresto cardiorespiratorio improvviso e senza un intervento tempestivo dei presenti, con massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca ed eventuale uso del defibrillatore automatico, le possibilità di salvezza per il malcapitato si abbassano in maniera esponenziale se si pensa che l’attività cerebrale dopo circa 4-5 minuti subisce danni anche irreparabili”.

Di qui, il lungo ed emozionante lavoro compiuto in questi anni da ‘Firenze ci sta a cuore’, fino alla tappa di oggi, nelle terre segnate dalle scosse. “Con la trasferta a Mirandola, oltre a compiere un atto significativo di fratellanza, si vuole anche dare un segnale tangibile di diffusione di questa pratica di soccorso, così importante, eseguibile da tutti, ma anche mettere a contatto i giovani col mondo del volontariato – termina Locchi -, cercando di trasmettere loro la voglia di mettersi in gioco”. Firenze loves Emilia.


Giulia Ghizzani

Giornalista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741