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Le palle di Enrico Letta

L’inamidato Enrico Letta si è sciolto ieri sera a Firenze davanti ad un Matteo Renzi, giacca di pelle alla Fonzie e maglietta gialla, di quelle che cromaticamente vanno bene per le riprese televisive. Il premier parla di essere appena uscito dall’incontro con il sindaco fiorentino «praticamente in mutande, Matteo mi ha chiesto soldi per Firenze, 20 milioni per gli uffizi..»

E per ribadire il concetto, infischiandosene una buona volta del politicamente corretto, dice che la leadership «E’ una questione di palle, che, ogni tanto bisogna mettere».

Enrico e Matteo, un pisano contro un fiorentino, non lesinano battute da fare invidia al Vernacoliere: «da queste parti le torri le facciamo diritte» affonda il fiorentino parlando della Torre di Arnolfo, più alta di quella di Pisa.

Un incontro durato oltre due ore, quello di ieri tra il premier e Matteo Renzi. Troppe per liquidarlo con poche battute al vetriolo e darsi il cinque, a beneficio di telecamere e reporter in servizio permanente. «Non ci sono due galli in un pollaio» si affretta a dire Letta ai giornalisti, una smentita che ha tutto il sapore di una conferma. Altrimenti che bisogno c’era di ribadirlo?

Sullo sfondo, secondo gli osservatori, si profila un accordo tra il pisano ed il fiorentino, che porterebbe il primo ad un incarico importante a livello europeo ed il secondo diritto fino alla stanza più importante di Palazzo Chigi, per il tramite della segreteria del Pd. Con tutti gli altri che stanno a vedere: e questo è realmente più difficile. Le prove di dialogo – all’interno della Margherita – sono solo all’inizio.


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Sandro Addario

Giornalista

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