Carlo Conti premiato dal Lions nella sua Firenze
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FIRENZE «Credevo di somigliare a Dante Alighieri solo per il suo naso e per essere stato battezzato come lui in Battistero. Oggi scopro che ci lega anche un comune amore verso la nostra città. Per fortuna che, a differenza di Dante, non mi hanno ancora cacciato via e mi accolgono ancora a braccia aperte. Se oggi possiamo parlare tutti la stessa lingua lo dobbiamo a lui e io non posso che esserne riconoscente e orgoglioso». Risponde così il presentatore Carlo Conti al presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, che, nella sua qualità di presidente anche della Società Dantesca Italiana, ha appena terminato di illustrare le vicende del sommo poeta nella Firenze trecentesca.
L’occasione è di quelle esclusive, che consentono di unire passato e presente senza soluzione di continuità: la consegna del premio «Melvin Jones» da parte del Lions Club Firenze Cosimo de’ Medici – presieduto da Annalisa Parenti – ad un artista contemporaneo come Carlo Conti, ambasciatore di talento e di fiorentinità. Tra i presenti all’evento, ieri sera, il prefetto Luigi Varratta,il questore Francesco Zonno, l’assessore alla cultura del comune di Fiesole Paolo Becattini.
Siamo nel Palagio dell’Arte della Lana, a due passi dal Duomo e da piazza della Signoria. Una cornice di assoluto prestigio, «lo scrigno delle città, il luogo della Firenze autentica» dice Giani ricordando, come un cronista del tempo, la scelta dei potenti lanaioli di costruirsi una sede accanto alla chiesa di Orsammichele, luogo di devozione e di incontro di tutte le Arti maggiori e minori fiorentine. La suggestiva sala delle conferenze affrescata, la biblioteca e una terrazza mozzafiato sui monumenti fiorentini, ne fanno oggi un luogo esclusivo per incontri e convegni, perché – parola di Giani – «il Palagio dell’Arte della Lana deve sempre più aprirsi alla città».
La presidente del Lions Annalisa Parenti tenta quindi di presentare una pur breve biografia del premiato. «Un curriculum? Non ce l’ho» aveva risposto lo stesso Conti alla notizia dell’assegnazione del «Melvin Jones». Non è facile ma ci prova. Dalle prime esperienze radiofoniche fiorentine nei primi anni Ottanta, con personaggi come Marco Baldini, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni ai crescenti successi in campo teatrale, discografico e soprattutto televisivo, che ne fanno oggi uno dei personaggi di riferimento del mondo dello spettacolo. «Con molta umanità – precisa Parenti – specie quando nei ‘Migliori Anni’ fa capire l’importanza del legame con il passato».
«Una delle più grandi soddisfazioni – dice Conti quando finalmente riesce a prendere la parola – è quella di essere fermato per strada e sentirsi dare del tu, perché “ogni sera mangiamo con te, è come se tu fossi di famiglia”. La mia fortuna è quella di fare il mestiere che sognavo da bambino, con lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato». Conti si dichiara un giullare, uno che fa divertire e precisa «nella mia vita sono esattamente come mi vedete nel video: sereno, solare, amo la vita e apprezzo anche tutte le piccole cose». La tristezza in privato del clown non fa parte del suo mondo.