Camusso, bloccare l’Iva e creare lavoro
FIRENZE – Bloccare l’aumento dell’Iva previsto per luglio e approntare un piano contro la disoccupazione giovanile. Così si batte la crisi, così non si mortificano i consumi. Idee e dichiarazioni di Susanna Camusso oggi a Firenze.
«Credo che una via giusta per guardare al Paese sia quella di dire che si blocca l’aumento dell’Iva, e le risorse necessarie si trovino dalla rimodulazione dell’Imu, in modo da difendere i più deboli e di fare una progressiva tassazione dei patrimoni, come dice la nostra Costituzione» ha detto il segretario generale della Cgil. Aumentare l’imposta sul valore aggiunto significherebbe, dice il segretario, vedere un’ulteriore riduzione dei redditi, vorrebbe dire mettere ancor più in difficoltà un sistema produttivo fatto di piccole imprese e del commercio, mentre l’Imu (fatta salva la tutela delle famiglie che posseggono una sola casa) è in realtà una tassa sui patrimoni e quindi sulla condizione di chi poco ha contribuito ad uscire dalla crisi.
Commentando l’appello del vicepremier Angelino Alfano ad eliminare l’Imu prima casa ed evitare l’aumento Iva, la Camusso ha sottolineato: «Io credo che in questo modo si stia facendo una discussione del tutto sbagliata. Di fronte ad un dato vero che è stato più volte dichiarato quello dell’assenza di risorse nel Paese bisogna decidere quale sia la cosa più utile per l’economia».
Quindi la lotta alla disoccupazione, in particolare quella giovanile. «E’ necessario creare un vero piano d’occupazione, che non sia fatto solo di incentivi ma sia fatto soprattutto di aperture di cantieri, di investimenti concreti. Credo che la cosa importante sia che tutto ciò che è investimenti e creazione di lavoro per i giovani venga visto positivamente, favorito dalle norme europee, magari anche in parte finanziato dalla Ue, ma che a questo comunque ogni singolo paese dedichi le risorse in suo possesso».
Capitolo stato sociale: secondo la Camusso diminuisce la protezione e aumentano le disuguaglianze. «Il quadro che emerge dal rapporto sullo stato sociale di quest’anno, è un quadro di diminuzione della protezione derivante dal welfare, un quadro di aumento delle diseguaglianze, un quadro che dice che si è molto sottovalutato nella scelta dei tagli, mentre il welfare è un elemento di crescita del Paese e del lavoro».