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Rifredi

Benvenuti nella Firenze sotterranea

Sottopasso della stazione di Rifredi
Sottopasso della stazione di Rifredi

FIRENZE – C’è una parte della città nascosta, che poco o nulla ha a che fare con le bellezze rinascimentali ogni giorno sotto gli occhi di turisti e cittadini. E’ una Firenze sporca, buia e in preda all’abbandono.

Avventurandoci tra le decine di sottopassi pedonali della città, si ha la sensazione di una discesa negli inferi del degrado. L’oscurità e l’assenza di sistemi di controllo, li rendono zone franche in termini di sorveglianza. Sono tantissimi, denunciano i cittadini abituati ad attraversarli, i senzatetto e gli zingari che tra quelle mura hanno improvvisato la loro dimora.

Con qualche eccezione: il sottopasso delle Cure, uno degli attraversamenti più ampi con ben 8 uscite. A supervisionare questo sottopasso è Salvatore, ormai presenza nota ai residenti della zona, che da 16 anni si occupa – secchio e candeggina alla mano – di tenere pulita e sicura questa porzione sotterranea della città. «Nessun aiuto economico da parte del Comune – svela Salvatore – le spese dei detersivi e degli estintori continuo a sobbarcarmele io».

Sottopasso di via del Sansovino
Sottopasso di via del Sansovino

Spostandoci nel sottoattraversamento adiacente alla stazione di Campo di Marte, il colpo d’occhio invece è orrendo. Al di là della sporcizia lampante, la rampa per i disabili è stretta e ai limiti della sicurezza. Stesso discorso per il sottopasso pedonale di via del Sansovino che affaccia sulla scuola media statale Gramsci e che si presenta con gradini rotti e asfalto “bucherellato”. Come dire, la caduta è servita.

Non va meglio nel sottoattraversamento di via Panciatichi, limitrofo alla stazione di Rifredi: la scarsa illuminazione e i giacigli notturni lo rendono off limits ai pedoni, soprattutto la sera. «Non ci sentiamo sicuri a passare di qui», ammette una residente memore della ragazza che qualche anno fa fu violentata proprio lì.

Infine, via Faentina: malgrado la sua recente inaugurazione, questo passaggio sotterraneo è già stato battezzato dai writers e pure dai ciclisti che pur non potendo, continuano a scorrazzare con le due ruote tra i corridoi bui del tunnel. E addio sicurezza per i pedoni.


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stefania ressa

Giornalista

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