Ort, un ricco cartellone per la 33esima stagione dell’Orchestra
FIRENZE – Scoperta e rilettura: prosegue all’insegna di questo sapiente mix, l’attività dell’Ort (Orchestra della Toscana), che ieri ha presentato ufficialmente il cartellone in vista della sua 33esima stagione. Oltre a ragionate rivisitazioni di repertorio, stavolta conSchubert e Schumann protagonisti, il programma 2013/2014 – disegnato da Giorgio Battistelli – include preziose incursioni nel contemporaneo (Tan Dun) e la valorizzazione di perle del Novecento strumentale italiano con Berio anche Dallapiccola, Malipiero, Castelnuovo Tedesco e Martucci.
Attorno ai direttori Kawka e Rustioni, tre solisti nella doppia veste di direttori, con i graditi ritorni di Michele Campanella e di Patricia Kopatchinskaja. E poi direttori emergenti del panorama italiano, virtuosi eccellenti: dalla giovane Gloria Campaner a Isabelle Faust e Alban Gerhardt.
Si parte con il concerto inaugurale (fissato per il 30 ottobre) affidato a Daniele Rustioni, che continua nella sua esaltante rilettura mendelssohniana, ma offre anche una chicca nelle Otto romanze di Verdi trascritte daLuciano Berio.
Dopo il concerto dell’orchestra ospite, l‘Orchestra da Camera di Mantova (con programma ancora da definire) il già citato concerto “clou” (il 30 novembre) del compositore cinese, americano di adozione, Tan Dun, in veste di direttore, che presenta la sua trilogia degli elementi, Concerti per orchestra e percussioni ad acqua, carta e pietre e ceramica.
Dopo il festoso concerto natalizio (24 dicembre, ore 17) dedicato alla danza con musiche di Glinka, Cajkovskij, Ponchielli e Prokof’ev affidato ancora a Rustioni, toccherà al direttore principale Daniel Kawka(il 7 gennaio) il compito di anfitrione all’ennesima solista di sicuro avvenire: la giovane pianista venezianaGloria Campaner che eseguirà il Concerto di Schumann op. 54.
Ad assistere al battesimo forentino del giovanissimo violoncellista armeno Narek Hakhnazaryan sarà Rustioni (il 22 gennaio). Il solista, del quale fu mentore l’ultimo Rostropovich, sarà impegnato con il Concerto di Schumann, mentre il direttore stabile oltre al diletto Mendelssohn eseguirà pagine squisite di Dallapiccola e Martucci.
Atteso quanto gradito il ritorno (30 gennaio) di Patricia Kopatchinskaja, oltre che immaginifica con il suo violino anche direttore; la scalza moldava oltre a Beethoven (Romanza n.1 ed Eroica) sarà alle prese con il K.218 di Mozart, ma soprattutto offrirà un assaggio del ‘suo’ Mansurjan, compositore armeno del quale ha appena registrato un cd per la prestigiosa ECM.
Altrettanto benvenuta la rentrée di Michele Campanella (6 febbario) nella sua città di elezione: lo specialista lisztiano sarà alle prese come interprete e direttore nei capolavori estremi di Mozart e Brahms.
Situazione rovesciata rispetto a Campanella, quella dell’israeliano Asher Fish, assai più noto nella veste di direttore (specialmente di Wagner) e che stavolta si presenta anche in qualità di pianista (del resto suo maestro è Barenboim), con un programma tutto viennese: il Concerto K.466 di Mozart, la Kammersymphonie di Schönberg e l’Adagio della incompiuta Decima di Mahler (20 febbraio).
Ancora da definire il programma dell’esibizione (4 marzo) con protagonista la one-woman show Maria Cassi, che prosegue nella tradizione di collaborazioni tra Ort e attori toscani, dopo Paolo Poli, Bustric ed altri. Le musiche e l’ispirazione di questa gioiosa performance spaziano tra Mendelssohn, Mozart, Rossini, Bizet, Beethoven, Rodrigo, De Andrè, Bernstein, J.Strauss.
Importante il compito della mezzosoprano Laura Polverelli nel cavallo di battaglia della dedicataria Cathy Berberian e delle tante eccellenti interpreti fno a Dawn Upshaw: le insidiose Folksongs, capolavoro di Luciano Berio, dirette dal rigoroso Paolo Carignani, molto apprezzato all’estero (8 aprile).
Concerto di Pasqua (16 aprile) con un altro giovanissimo, l’australiano Daniel Smith, con la spericolata violinista britannica Clöe Hanslip che dietro al ‘sicuro’ Beethoven della Settima e della celeberrima Seconda Romanza, insinuano gli americani Ives e Adams, il cui Concerto per violino è una ‘prima’ per Firenze con l’Ort.
Un altro giovane direttore italiano su cui l’Ort ha investito, Tito Ceccherini,accompagna l’eterea arpa diFloraleda Sacchi nel Concertino di Castelnuovo Tedesco e, con il flauto di una delle prime parti dell’Orchestra, Fabio Fabbrizzi nel mozartiano K.299. Sarà interessante ascoltare l’interpretazione di Ceccherini del monumento sinfonico schubertiano, la Grande (8 maggio).
Siamo ai fuochi d’artificio finali con il secondo concerto di Daniel Kawka (16 maggio) che si avvale di una prima parte dell’Orchestra, il fagottista Umberto Codecà per la Romance di Elgar e della stratosfericaIsabelle Faust nel Secondo Concerto per violino di Bartok; stuzzicante la proposta, da parte di un analitico come il maestro francese, della sinfonia “delle Cornamuse” di Malipiero.
Ultimo appuntamento della stagione (28 maggio) con l’inconfondibile voce del violoncello di Alban Gerhard, autentica stella quanto il direttore, il danese Thomas Dausgaard, che si misura stavolta non con i suoi amati scandinavi, ma con il Prokof’ev della Sinfonia concertante e la Quarta di Čajkovskij.
Da segnalare infine che per questa stagionerimangono invariati i prezzi sia dei biglietti (a partire da 11 euro) che degli abbonamenti (a partire da 100 euro). Insomma, un cartellone, per l’Ort, di grande spessore e profondo talento.