
Maggio, con Renzi e Colombo il debito è cresciuto di 14 milioni

FIRENZE – I sindacati del Maggio Musicale all’attacco, nel mirino il sindaco Matteo Renzi e l’ex sovrintendente Francesca Colombo. «Come spiega il sindaco Renzi che dal momento del suo insediamento come presidente del cda del Maggio musicale e dall’arrivo di Francesca Colombo, da lui scelta come sovrintendente, il debito della Fondazione lirica sia cresciuto di oltre 14 milioni?» chiedono le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal in una nota di precisazioni e considerazioni sulla lettera di Renzi pubblicata sul Corriere della Sera mercoledì scorso, nella quale il sindaco ha spiegato che «il Maggio non è morto ma che bisogna cambiare rotta, smettendo di assumere e che per anni dirigenze conniventi con alcuni sindacati hanno assunto personale in modo sproporzionato, forti di un contratto nazionale che grida vendetta».
I sindacati sottolineano che Renzi «ha da almeno 8-9 anni un ruolo importante nella definizione degli organi di gestione della Fondazione, prima come presidente della Provincia di Firenze ed ora come presidente del cda, e che i sindacati stessi non hanno mai avuto la possibilità di decidere sulle assunzioni».
Cgil, Cisl, Uil e Fials chiedono anche, «considerato che la proposta del commissario Francesco Bianchi (fortemente sostenuta dal Sindaco) prevede un taglio di circa un terzo degli organici del Maggio quale sia il progetto organizzativo per corrispondere alle necessità produttive e di gestione dei servizi del nuovo teatro dell’Opera di Firenze».