«Laureata..e adesso»? Parlano i giovani precari
FIRENZE – «Laureata..e adesso?». Se questa frase vi rimanda alla trovata cinematrogafica di Vicky Jenson, siete sulla strada sbagliata. O meglio, oltre ad essere il titolo della pellicola della regista statunitense è soprattutto la domanda ricorrente tra laureati e laureandi fiorentini e non.
Sì, perché quel pezzo di carta tanto agognato – in un mondo del lavoro sempre meno a misura di giovani – finisce con il rappresentare il preludio di un’era che gli universitari che abbiamo incontrato hanno ribattezzato«precarietà post-laurea». Ognuno di loro, però, è deciso a non rinunciare ai propri sogni quantomeno per il fatto che, si sa, la speranza è l’ultima a morire.
Nicky, laureato in Pittura all’Accademia delle belle arti, svela che – nonostante le scarse possibilità lavorative che ha riscontrato a Firenze – ha deciso impavidamente di continuare gli studi iscrivendosi alla laurea magistrale in Design. «Almeno completo il percorso che ho intrapreso – racconta il giovane 25enne – anche se a dir la verità qui vedo poche opportunità». Qual è dunque l’alternativa? «Continuare a lavorare nel campo della programmazione e dell’assistenza ai pc, ovvero il lavoro con il quale mi mantengo da anni».
C’è, poi, chi si vede già proiettato oltre i confini italiani, non senza rammarico perché «Firenze è sempre Firenze». E’ il caso di Manfredi, prossimo alla laurea triennale in Lettere moderne che racconta: «i miei sogni sono due: insegnare letteratura nei paesi anglofoni, anche se restare qui nel luogo dove sono nato non mi dispiacerebbe affatto, oppure lavorare per qualche rivista letteraria. Purtroppo la situazione fiorentina è drammatica – commenta con amarezza – perché non solo non c’è spazio per i ragazzi, ma il riciclo è inesistente», con la spiacevole conseguenza che un’ampia fetta nel campo universitario, «rischia di continuare ad essere marchiata over 60».
«Per questo è probabile che anch’io faccia i bagagli e me ne vada a Roma», incalza l’amica Angela, iscritta al terzo anno del Dams (Discipline arte, musica e spettacolo) con il sogno nel cassetto di lavorare in radio. Alessandra e Federica invece sono piombate a Firenze abbandonando la loro città d’origine nella speranza di fare carriera l’una nel campo artistico, l’altra invece nel giornalismo d’inchiesta. «Però dopo la laurea triennale – confessa Federica, 21 anni – credo che la destinazione sarà la capitale».
Pronto ad indossare tra qualche mese la classica coroncina d’alloro, che sancisce la fine del percorso universitario, è Antonello anche lui iscritto al Dams presso la facoltà di Lettere e Filosofia. Poche pretese per il giovane studente, ed un’unica aspettativa: «riuscire a fare della scrittura il mio mestiere per far valere le mie idee e restare in quella che è la città che mi ha adottato».
Ottimio
Ragazzi che si impegnano per il proprio avvenire non riescono a realizzarsi purtroppo. Il mercato (quel che ne è rimasto) però non cerca scrittori o artisti, ma tecnici, ingegneri e similari.
La colpa non è la loro, ci mancherebbe, ma 30 anni di non politica hanno portato a questi risultati.
Zero lavoro, zero lavoratori.