Muore d’epatite dopo un’operazione, aperta un’inchiesta
PISA – Sarà l’autopsia a fornire qualche certezza in più sulla morte di Maria Grazia Trombini, la donna di 48 anni, originaria della provincia di Rovigo, deceduta per un’epatite virale all’ospedale di Pisa dove era stata trasferita in seguito alle complicazioni derivate da un intervento chirurgico alla schiena eseguito in una clinica di Arezzo.
Sull’episodio indaga la Procura pisana, che ha iscritto nel registro degli indagati 15 persone. «Anche se si tratta, allo stato, di un atto tecnico -ha spiegato il pm, Giancarlo Dominjianni- Non vi sono gli estremi per ritenere che vi siano particolari sospetti di condotta negligente da parte di qualcuno dei sanitari che hanno trattato il caso e le persone che hanno ricevuto l’avviso di garanzia sono tutti i sanitari, e i responsabili delle strutture, che si trovavano in servizio nei reparti dove la paziente ha svolto la sua degenza». Maria Grazia Trombini era giunta in Toscana all’inizio del maggio scorso per eseguire un riallineamento della colonna vertebrale: un’operazione semplice e senza particolari rischi, secondo i sanitari. Ma subito dopo l’intervento, eseguito presso il Centro chirurgico toscano di Arezzo, la paziente si era sentita male e i medici aretini le avevano diagnosticato un’epatite esplosa all’improvviso e di origine sconosciuta. Era stato deciso il trasferimento a Pisa presso il centro trapianti dove la donna è morta dopo circa due mesi.