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Angela Merkel e Matteo Renzi

Chi paga i viaggi di Renzi all’estero?

Angela Merkel e Matteo Renzi
Angela Merkel e Matteo Renzi

Una sola domanda: chi paga i viaggi di Matteo Renzi all’estero, per incontrare i leader europei? Tutti parlano della notizia, uscita con consumata abilità mediatica nella tarda serata della vigilia di un’assolata domenica estiva e potenzialmente (caso Kazakistan a parte) povera di argomenti di cui discutere. Il sindaco di Firenze, nel proseguire gli «studi» da premier, si è incontrato giovedì scorso a Berlino con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Voci non smentite danno a breve un incontro a Parigi con il presidente francese François Hollande (speriamo trovino il tempo di parlare anche dei recenti attacchi de Le Figaro a Firenze) e successivamente un volo a Londra dal premier David Cameron e probabilmente dal suo predecessore laburista Tony Blair, già incontrato lo scorso anno a Firenze.

Non entriamo nel merito «politico» di questi viaggi. Renzi, detta come va detta, «fa il suo» e un incontro esplorativo con i leader europei non gli nuoce certamente. Inoltre porta in giro il nome di Firenze, e questo alla città non fa male. Che il suo staff si affretti poi a precisare che quello con la Merkel era un incontro a carattere «privato», del quale era stato preavvisato lo stesso premier italiano Enrico Letta, è una considerazione doverosa ma probabilmente inutile. In che veste Renzi poteva «salire» a Berlino se non in quella privata?

Ma la questione è un’altra. I biglietti aerei – acquistati si può immaginare all’ultimo momento e quindi non certo «low cost» – con eventuali soggiorni, trasferimenti, scorte incluse non sono gratis. Anche viaggiando in «economy» per Berlino, Parigi, Londra (c’è anche chi butta là gli Stati Uniti come tappa successiva) le migliaia di euro vanno via in un momento.

Se gli incontri sono privati, sarebbe normale e corretto che i viaggi fossero addebitati sulla carta di credito personale di Matteo Renzi. O quanto meno facessero carico alla sua Fondazione Big Bang. E in effetti un quotidiano parla di un jet privato sulla rotta Firenze-Berlino, pagato proprio da questa Fondazione. Che deve essere una vera cassaforte ben rifornita perché, a spendere poco, un’ora di volo su un jet privato difficilmente la si trova sul mercato a meno di 2000-2500 euro. E così le cifre salgono. Come dire Firenze Berlino e ritorno circa 5000 euro come minimo. Stessa compagnia e stessi costi anche per i prossimi voli del sindaco?

Farebbe senza dubbio meno piacere venire a sapere che questi viaggi fanno parte di un capitolo di spesa del Comune di Firenze, cioè che i fiorentini gli stanno pagando i suoi «viaggi di studio» all’estero. Dove non c’è nulla – all’apparenza – di attinente al ruolo di sindaco di Firenze, tanto da poterli definire viaggi istituzionali. Che poi glieli rimborsi il Pd (che sta avendo problemi a pagare i propri dipendenti) è cosa ancora più complessa e molto vicina alla fantapolitica.

In tema di trasparenza, sarebbe opportuno che il sindaco di Firenze chiarisca questo dubbio ai suoi concittadini e sostenitori. Adesso. Come diceva un suo famoso slogan.


Sandro Addario

Giornalista

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