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Benigni, interessato più a Dante che alla politica di oggi

Benigni in Piazza Santa Croce
Benigni in Piazza Santa Croce

FIRENZE. Roberto Benigni è in forma nonostante sia reduce dalla freschissima perdita dell’amico Vincenzo Cerami, lo scrittore del suo capolavoro “La vita è bella”, ma l’impressione di chi ha assistito alle sue prime serate die “Tuttodante” in piazza Santa Croce è che il popolare comico toscano sia quasi più interessato a valorizzare la sua lettura della Divina Commedia che a far ridere la gente.

La mezzora abbondante che dedica alla satira prendendo di mira Silivo Berlusconi e anche Matteo Renzi presente alla prima serata (”gli voglio bene ma lui è un uomo dei primati se e’ riuscito a perdere contro Bersani”, la battuta più felice rivolta al Sindaco) sembra scatenare maggiormente i circa tremili presenti, ma l’attore pratese sembra quasi metterci più passione quando passa alla lettura dei canti di Dante.

Aspetta ad esempio di iniziare a parlare della Divina Commedia per dedicare la serata a Cerami ma anche all’altro amico Carlo Monni, recentemente scomparso. E poi, seppur reduce dalla canzone dedicata a Berlusconi – forse il momento che aveva strappato i maggiori applausi al pubblico – è in quel punto dello show che assume maggior concentrazione.

Si capisce come sia quasi innamorato del capolavaro del Sommo Poeta dall’enfasi con cui ne parla, definendola ”apprendistato del mistero”, un’opera che esplora ”il mistero della natura umana”. E poi si sofferma a lungo sulla spiegazione, parola per parola, del canto dedicato agli ipocriti. Certo non il più famoso e facilmente interpretabile della Commedia.

Paradossalmente, però, la gente a un certo punto sembra quasi distrarsi. Magari è perché in una platea così variegata non possono certo esserci tutti dantisi, magari perché comunque lo show di Benigni si allunga oltre le due ore, senza contare che a un certo punto della prima serata la temperatura in Piazza Santa Croce diventa davvero poco estiva.

Non a caso c’è anche chi sceglie di abbandonare anzitempo gli spalti. Sbagliando però. Perché dopo la lunga spiegazione Benigni conclude con la lettura vera e propria del canto. E qui la partecipazione che ci mette lo show man pratese è tale che a qualcuno i brividi vengono davvero. E stavolta non tanto per il freddo.

Non a caso, alla fine dello spettacolo, gli applausi più convinti erano quelli dei numerosi professori di letteratura italiana delle nostre Università presenti in Santa Croce. Dopo il bis di ieri sera, Roberto Benigni torna in piazza domani 23 luglio per il canto dell’inferno numero 25, quello dedicato ai ladri.


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Massimiliano Mugnaini

Giornalista

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