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Un momento dell'occupazione dell'ex collegio Alla Querce di Firenze sabato 20 luglio

Gli occupanti della Querce: «Non ce ne andremo da soli»

Un momento dell'occupazione dell'ex collegio Alla Querce di Firenze sabato 20 luglio
Un momento dell’occupazione dell’ex collegio Alla Querce di Firenze sabato 20 luglio

FIRENZE – «Dalla Querce non ce ne andremo da soli. Cercheremo di starci il più possibile». Non sembrano avere molti dubbi gli occupanti dell’ex Collegio dei Padri Barnabiti in via della Piazzola che ieri mattina hanno incontrato i giornalisti presso la sede del Movimento di lotta per la casa, per «riportare la verità sullo sgombero di Pian di Mugnone e sulla immediata occupazione del Collegio la Querce».

Lorenzo Bargellini
Lorenzo Bargellini

«Da tempo sapevamo dell’imminenza dello sgombero – ha detto Lorenzo Bargellini uno dei leader del Movimento – e per due volte siamo riusciti a rinviarlo. Le palazzine che erano state occupate a Pian del Mugnone (di proprietà della Cassa di Risparmio ndr) non sono in vendita, nessuno le acquisterebbe mai per le loro condizioni e per due tralicci dell’alta tensione che sono lì a pochi metri».

«Per evitare uno scontro con le forze dell’ordine, sabato scorso, abbiamo deciso di andarcene di nostra volontà da via Buffalmacco. È stato occupato nella notte l’ex istituto della Querce. È stato scelto questo posto perché vicino a Fiesole, dove molti dei bambini frequentano gli istituti scolastici». Sono un centinaio di persone gli occupanti con circa 40 bambini. «Non sono sbandati ma persone che lavorano e che da tempo hanno dovuto lasciare le loro abitazioni perché sfrattati».

La Querce è abbandonata dal 2005 e venduta dai padri Barnabiti ad un’immobiliare romana che si occupa di realizzazioni alberghiere. «Le condizioni sono impressionanti – dicono i neo-occupanti – tra degrado sporcizia e abbandono. La terremo bene e desideriamo prendere contatti con gli abitanti della zona per rassicurarli sulle loro intenzioni. Entro breve vorremmo anche organizzare uno spettacolo nel teatro che c’è all’interno». L’intenzione di andarsene presto e spontaneamente non sembra proprio – almeno per il momento – presa in considerazione.

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