In Toscana boom di imprese guidate da stranieri
FIRENZE – La crisi raffredda l’espansione dell’imprenditoria immigrata in Italia, senza spegnerla. Sono oltre 376mila le imprese non appartenenti a cittadini dell’Unione Europea che a fine giugno scorso risultavano iscritte ai registri delle Camere di commercio, pari al 6,2% di tutte le imprese presenti sul territorio nazionale. Fra le Regioni è la Toscana quella a maggior concentrazione di imprese stranieri con una percentuale del 9 per cento.
Secondo la rilevazione condotta da InfoCamere, la società che gestisce il patrimonio informativo e i servizi del sistema camerale, la loro capacità di tenuta appare però superiore rispetto al totale delle imprese, sebbene le difficoltà del momento si facciano sentire su entrambe i versanti della dinamica demografica. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, le nuove imprese di immigrati extraUE aperte sono state oltre 26mila (1.560 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012), mentre 16.500 sono state quelle che hanno chiuso i battenti (102 in più dell’anno scorso).
L’apporto delle imprese aperte da immigrati al saldo totale è certamente significativo se si pensa che, nel primo semestre 2013, le imprese straniere sono cresciute di 9.845 unità a fronte di un saldo negativo di oltre 5mila per le imprese nel loro complesso, arginandone di fatto l’emorragia e rendendo meno negativa la differenza tra aperture e chiusure del periodo.
L’effetto negativo della crisi anche sulle imprese di immigrati extraUE è però confermato dall’osservazione del saldo del primo semestre 2013, più contenuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A certificare la frenata della vitalità delle imprese di extracomunitari sono proprio le aperture (diminuite di oltre il 5% rispetto allo stesso periodo del 2012), visto che le cessazioni sono rimaste sostanzialmente sullo stesso livello del primo semestre 2012.
Per quanto riguarda le “vocazioni settoriali” delle imprese extracomunitarie, in termini assoluti, la presenza più numerosa si registra nel commercio con circa 150mila attività, pari al 9,7% di tutte le imprese operanti nel settore. Costruzioni (81.941 unità) e attività manifatturiere (33.894) sono gli altri due settori più rappresentativi dell’imprenditoria immigrata.
Nel loro insieme, nei tre principali settori, opera il 71% di tutte le aziende gestite da immigrati.Tra gennaio e giugno, i saldi positivi più consistenti si sono concentrati rispettivamente nel commercio con 4.507 imprese, tra gli “Alberghi e ristoranti” e nel comparto delle attività di noleggio, agenzie di viaggio (+1.282 unità). Registra una battuta di arresto il settore delle costruzioni che nei primi sei mesi dell’anno presenta un saldo negativo di 205 imprese.