Lettera aperta in ricordo di Patrizia Messineo
Cara Patrizia, ormai sono passati 33 anni da quando ci hai lasciato. Tanto tempo è passato ma il bene che ti vogliamo è proprio come quello del 2 agosto 1980. Una bomba messa da uomini malvagi ha interrotto il tuo percorso sulla terra e ti ha immesso nel cammino eterno. Come avevi scritto nel tuo tema di maturità niente è cambiato: gli uomini che oggi ci rappresentano sono più propensi alle parole che ai fatti.
Ma noi, come te, vogliamo i fatti!
In tuo ricordo, spinto dalla volontà di molti italiani onesti che la mattina si alzano presto per andare a lavorare, padri e madri di famiglia, voglio ringraziare tutti i vertici di Banca Intesa per aver concesso a tuo fratello Silvano un lavoro decoroso.
Grazie, grazie e ancora grazie a Banca Intesa per aver donato alla famiglia di Lia Seravalli questo grande dono. Lia, il 2 agosto 1980, vide uccidere le due sue figlie Patrizia (18 anni) e Sonia (7 anni), e sua sorella Silvana (34 anni). Successivamente il padre di Lia, nonno delle bambine, decise di suicidarsi gettandosi dal 6° piano di un palazzo per protesta contro i silenzi delle Istituzioni. Quanto dolore, tristezza e abbandono ha dovuto subire questa famiglia di Bari.
Cari politici (con la p minuscola): leggete e rileggete gli atti parlamentari dei nostri genitori. Imparate ad essere più vicini alle necessità della gente comune, ascoltate il popolo con il cuore e non con le tasche dei pantaloni, smettete di svolgere il ruolo istituzionale esclusivamente per il giorno della memoria, legiferate per premiare i «servitori dello stato» a scapito di coloro che lottano per abbatterlo, cessate ogni forma di sfruttamento del dolore altrui. La Politica (con la P maiuscola) significa servire la propria Patria. Avete servito la Patria?
Dal 2008 ho interessato il Presidente della Repubblica, i Presidenti delle Camere, i vari Presidenti del Consiglio, il Presidente della Regione Puglia e il Sindaco di Bari tramite lettere, appelli scritti, trasmissioni televisive. A tutto questo, che era banalmente una richiesta di concedere un lavoro decoroso ad una vittima del terrorismo, è seguito sempre il silenzio assordante!
Mai e poi mai una risposta, una dimostrazione di sensibilità e senso del dovere: solo tanta miserabile indifferenza. Non posso dirVi cosa provo nel vedere invece tanti ex terroristi assunti dallo Stato a fare i professori universitari, dipendenti comunali, dipendenti musei e addirittura alla Rai.
E allora, in rispetto dei tanti Caduti, Vi esterno tutto il mio personale sentimento: vergogna, vergogna e ancora vergogna!
Una vittima del terrorismo in ricordo della Strage di BolognaLorenzo Conti – Firenze