Tuttodante, Benigni mattatore con Berlusconi, Papa e Ikea
FIRENZE – «Mi sono scordato un attimo della Cassazione e i giudici sono andati troppo veloci: non ho avuto il tempo di comprarli tutti ». Queste le parole che Roberto Benigni ha attribuito nella canzone «Io sono il boss» a Silvio Berlusconi, a proposito della sentenza della Cassazione. Come ogni sera prima di iniziare la lettura dell’Inferno, dal palco di Santa Croce, il comico e regista toscano si è occupato di attualità, in particolare di politica e ha concluso questa parte cantando una rivisitazione della canzone dedicata a Silvio Berlusconi già nel 1996.
Benigni non ha mollato facilmente il tormentone-Berlusconi. «Ora Silvio ha un nuovo reato è quello per un palco abusivo, gli mancava» tornando a parlare della manifestazione di domenica del Pdl a Roma. «Ora veramente manca solo che i giudici lo accusino di furto di bestiame e di traffico d’organi. Poi veramente li ha tutti».
Papa Francesco, durante il suo viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù ha viaggiato a bordo di una Fiat: «è riuscito a farla partire al primo colpo, questo in una futura causa di beatificazione sarà considerato il suo primo miracolo» ha detto Benigni. Quanto il comico-regista ha citato Papa Bergoglio dal pubblico, circa 5.000 persone, è partito un applauso per Papa Francesco a cui si è unito lo stesso Benigni.
Dal sacro al profano. «Ai responsabili del nuovo punto Ikea di Pisa dove 2 giorni fa sono arrivati ben 28.000 curricula per 200 posti, ne è arrivato uno di carta intestata di Palazzo Chigi» ha ironizzato riferendosi al presidente del consiglio Enrico Letta, pisano, che è stato messo alla testa di un governo «che pende continuamente».
Con la lettura del Canto 34.mo dell’Inferno Roberto Benigni ha chiuso l’edizione 2013 di TuttoDante, iniziata il 20 luglio scorso a Firenze in piazza Santa Croce. Un evento che secondo gli organizzatori quest’anno ha raccolto oltre 50.000 spettatori per un totale di 180 mila presenze nelle tre edizioni dello spettacolo a Firenze. Dopo la prima parte dedicata alla politica Benigni è partito con la lettura del Canto che chiude l’Inferno nella bolgia in cui sono puniti i traditori dei benefattori e, primo fra tutti Lucifero «che maciulla in ognuna delle sue tre bocche un peccatore».