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Strage di Sant’Anna di Stazzema, la Toscana condanna le svastiche

Lo sdegno per le svastiche a Sant'Anna di Stazzema
Lo sdegno per le svastiche a Sant’Anna di Stazzema

FIRENZE – «Sono un’offesa a 560 morti, ma anche a tutti i cittadini italiani che non possono che avere come riferimento i valori della democrazia e del rispetto della vita, contro ogni revisionismo e contro ogni apologia del nazifascismo». Così la Regione Toscana, per bocca del Presidente Enrico Rossi, ha espresso la sua condanna per le svastiche tracciate in questi giorni nei muri di Stazzema.

«Un gesto tanto più grave in quanto colpisce un territorio duramente segnato dalla violenza nazifascista -sottolinea Rossi- E se è importante che siano stati gli stessi abitanti a segnalare quanto avvenuto e offrire la loro collaborazione agli investigatori, non possiamo sottovalutare quanto è successo. Troppi gli episodi in Italia e in Europa anche in queste ultime settimane, dagli striscioni di auguri a Priebke alla tentazione che qualcuno ha avuto in Ungheria di celebrare il criminale nazista Laszlo Csatary come una sorta di eroe nazionale. Eventi che confermano la necessità di rafforzare il nostro impegno per la memoria, un impegno che vedrà proprio Sant’Anna protagonista nella commemorazione dell’eccidio».

«Uno schiaffo alla memoria, alle vittime e a tutti i cittadini che vivono seguendo gli insegnamenti dei giusti, ispirati dal loro senso civico e dal coraggio di scegliere. Queste svastiche sono un terribile segnale, che segue altri episodi altrettanto vili e preoccupanti: da quello avvenuto a Modena qualche giorno fa, agli episodi di razzismo ai danni del ministro Kyenge. La Regione Toscana ha investito nel sistema della memoria risorse ed energie e continuerà a farlo, con maggior forza. Continueremo ad essere parte civile ai processi sulle stragi nazifasciste e a portare i ragazzi nei campi di sterminio con il Treno della Memoria. Il razzismo si combatte solo con la cultura e la conoscenza, parlando ai giovani» ha spiegato l’assessore alla cultura Cristina Scaletti.


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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