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Promosse le spiagge toscane, ma sei foci sono inquinate

La Goletta Verde di Legambiente
La Goletta Verde di Legambiente

Legambiente promuove le spiagge toscane, ma punta il dito sugli sbocchi a mare dei corsi d’acqua. Il sistema depurativo non funziona. In alcuni casi siamo davanti ad una criticità perdurante, che spesso le amministrazioni locali non riescono ad arginare: è quanto sostiene Franco Di Martino direttore di Legambiente Toscana ieri alla conferenza stampa sul monitoraggio di Goletta Verde nelle acque della Toscana.

Quali sono i siti inquinati? Eccoli, da nord, a sud, alle isole:

  • Foce del torrente Carrione, a Marina di Carrara (fortemente inquinato)
  • Foce del canale Magliano, ai Ronchi, Marina di Massa (fortemente inquinato)
  • Sbocco dello scarico presso la spiaggia antistante via Salivoli, a Marina di Salivoli, Piombino (inquinato)
  • Sbocco dello scarico del depuratore Vaccarelle, Mola, Capoliveri, Elba (inquinato)
  • Foce del fosso della Concia, Antiche Saline, Portoferraio, Elba (fortemente inquinato)
  • Foce del fosso San Giovanni, San Giovanni, Portoferraio, Elba (fortemente inquinato)

«Siamo tranquillamente preoccupati» aggiunge Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana e portavoce del Circolo Arcipelago Toscano.

Legambiente
Umberto Mazzantini, Katiuscia Eroe, Franco Di Martino

Spiagge salve allora; non le foci dei fiumi. E’ qui che la Goletta Verde ha rinvenuto i campioni di acqua inquinata, al di sopra dei parametri consentiti per legge. Per questo si avverte la necessità di interventi sugli impianti di depurazione. La Toscana in generale va bene, è stato detto. Ma c’è da fare di più, soprattutto in considerazione del fatto che le criticità emergono d’estate.

«È necessario un sistema depurativo in grado di depurare il carico antropico caratteristico del periodo estivo» dice Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde. Sarebbe a dire che la capacità di un depuratore va calcolata non sul numero dei residenti del comune costiero, ma sul numero dei suoi «inquilini» estivi, che spesso è aumentato esponenzialmente.

E per giunta, quello dei depuratori non è l’unico problema. Legambiente ha individuato «i 6 delitti sotto l’ombrellone», di cui la mala depurazione è solo il primo. Seguono estrazioni petrolifere, abusivismo edilizio, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attività militari.

Ma c’è un esempio virtuoso? Pare proprio di sì. «Guardate Vernazza in Liguria – dice Eroe – dopo una catastrofe come l’alluvione del 2011 che distrusse spiagge e devastò il paese, in nove mesi hanno rimesso in piedi l’economia locale, con efficienza e celerità».

[N.D.P.]

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