L’allarme a Lucca libera due turisti italiani sequestrati a Bangkok
LUCCA – Un sequestro lampo di due turisti italiani a Bangkok si è risolto positivamente grazie alla tempestività dei Carabinieri di Lucca. Tutto è cominciato alle 14 italiane di ieri l’altro (giovedì 22 agosto) mentre a Bangkok erano le 19, quando al colonnello Stefano Fedele comandante provinciale è arrivata la notizia che l’architetto Danilo De Vito, 51 anni di Terracina (Lt) e l’ingegnere romano Antonio De Muro (62 anni) erano stati rinchiusi in una stanza d’albergo sotto minaccia delle armi da sedicenti poliziotti thailandesi che li avrebbero fermati mentre stavano prelevando denaro da uno sportello automatico. È stato lo stesso De Vito a riuscire ad avvisare telefonicamente il fratello Ermete, maresciallo dell’Arma in servizio a Lucca, di quanto stava succedendo.
Dalla notte precedente i due turisti erano stati bloccati da cinque uomini, quattro thailandesi uno dei quali indossava una divisa più un interprete pare di nazionalità uzbeka, che li accusavano di stare utilizzando una carta di credito falsa. Da qui il sequestro dei due italiani, portati in un albergo centrale e chiusi in una camera, ai quali veniva chiesta una somma in cambio della loro liberazione. Prima due milioni di bath (quasi 50 mila euro) poi ridotta quasi subito alla metà. Un vero e proprio sequestro a scopo di estorsione compiuto da sedicenti poliziotti.
Questi avevano – in modo piuttosto «poco professionale» per dei malviventi – lasciato un telefonino ai due italiani perché dessero istruzioni di mandare la somma attraverso «money transfer» di 1000 euro ciascuno. Cosa che si stava cominciando a realizzare, perchè 2 dei 20 bonifici erano già arrivati tramite Western Union.
A Lucca il colonnello Fedele non ha perso tempo. Tramite l’Unità di crisi e l’Ufficio Italiani all’estero del Ministero degli Esteri si è messo in contatto con il numero di emergenza dell’Ambasciata italiana di Bangkok, informando il funzionario di turno di quanto stava succedendo. Al tempo stesso ha contattato anche il responsabile della sicurezza della stessa ambasciata, il Vice questore aggiunto della Polizia di Stato Alessandro Vitalone, che in quel momento era in vacanza in Italia ma che si è messo anche lui immediatamente in contatto con Bangkok per chiarire la situazione.
Una «triangolazione» telefonica tra albergo della capitale thailandese, carabinieri di Lucca, ambasciata italiana e, alla fine, la «vera» polizia di Bangkok che ha dato i suoi frutti in un paio d’ore. Un tempo record, quasi insperato.
I sequestratori, evidentemente poco organizzati e magari poco d’accordo tra loro, quando si sono resi conto che le cose si sarebbero messe male e che non avrebbero ottenuto la somma richiesta nei tempi ipotizzati, hanno preferito abbandonare l’albergo e darsi alla fuga.
Ma non avevano fatto i conti con un altro imprevisto. L’architetto De Vito, cintura nera di arti marziali, li ha inseguiti ed è riuscito a bloccarne uno, sembra lo stesso capo della banda, che in tasca aveva ancora l’equivalente di 1500 euro in contanti che i turisti avevano con sé al momento del sequestro. Nelle fasi dell’inseguimento il malvivente è finito in un fiume, terminando così la sua corsa.
Al ritorno in albergo i due italiani sono stati accolti da funzionari della polizia che stanno ora loro assicurando sorveglianza e scorta. Successivamente sono stati arrestati anche alcuni degli altri componenti della banda.«Ce la siamo vista davvero brutta- ha racconta De Vito come riportato dall’Ansa – dobbiamo tutto ai carabinieri di Lucca e al colonnello Fedele che hanno allertato l’ambasciata in tempi rapidissimi permettendoci di tornare liberi».
Il «cessato allarme» definitivo al comando Carabinieri di Lucca è arrivato intorno alle 16.30 di giovedì, tra la soddisfazione di tutti.
I due italiani restano a Bangkok per testimoniare su quanto accaduto nelle prime fasi del procedimento contro gli arrestati. Il loro rientro in Italia è previsto per mercoledì 28 o giovedì 29 agosto al massimo.
Dario Piola
Che dire, fa piacere avere notizie positive e sapere che in Italia c’e’ gente in gamba