Skip to main content
BOCCACESCA
Antiplastic

Arriva il dubstep «made in Tuscany»

Tuzzy
Tuzzy

FIRENZE – Uscirà il 23 settembre il primo album musicale della nuova band dubstep «Antiplastic». Si chiamerà «Not for sale» un nome emblematico. Il perché lo spiega il fondatore del gruppo, Tuzzy al secolo Alberto Tucci in un’intervista esclusiva a Firenze Post: «Il fatto che non sia più possibile guadagnare di musica come una volta, non significa che non ne valga più la pena». È lui che ha fondato l’etichetta «Elastica Records», un progetto innovativo tutto made in Tuscany. Contatto con la terra, umiltà di imparare altri mestieri in tempo di crisi e passione per la musica: una miscela pronta al successo.

«Elastica» vuole lanciare anche un messaggio di ecosostenibilità?

Sì, nel senso di fare musica perché senti e non per diventare ricco. Diversamente dai clichè per cui «Not for Sale» sarebbe dovuto nascere dall’undergound della periferia milanese o newyorkese, ho spostato l’attività di produzione in campagna. Elastica ha sede nel Chianti. Tra una registrazione e un giro di bit, si può piantare un pomodoro e mangiare ciò che si coltiva. In un momento storico e problematico come questo non si possono abbandonare i mestieri tradizionali.

Non solo musicista dunque?

Molti musicisti ormai svolgono diversi lavori, perché la musica si è trasformata, ma questo non vuol dire che non sono professionisti. Parliamoci chiaro, questo disco venderà forse mille copie, ma non è questa la finalità.

Come nasce Antiplastic?

È un gruppo nato dalla mia esigenza di creare un progetto diverso con Elastica Records, label pioniera della dubstep in Italia, che ho fondato nel 2007 con Simone Fabbroni, guru della drum and bass del locale Ex – mud di Firenze. Ad un certo punto ho deciso di non stare più al gioco delle major – ho lavorato per molto tempo con la Sugar Music – e con il passare degli anni sono diventato il guru del genere dubstep in Italia nel circuito indipendente.

Le vostre tappe?

Insieme a Donald Renda, ho fatto quattro date pilota di totale improvvisazione di musica elettronica dubstep con batteria, per capire che tipo di flavour dare al progetto. Donald è uno tra i batteristi più bravi in Italia, ha fatto esperienze nel vero mainstream di musica pop, con un tour di Gianna Nannini e due San Remo con Patty Pravo.

Poi c’è Rayna

Nel gennaio 2012 abbiamo conosciuto Rayna mentre si esibiva come Mc con i Numa al Cielo Club. Ciò che mi è piaciuto di Rayna è che non è una cantante, ma una abituata ad attaccare il microfono alla consolle senza soundcheck. E’energia pura, l’impatto giusto per Antiplastic. Nella primavera di quest’anno è entrato nel gruppo anche Fede K9, il bassista, che ho coinvolto nel progetto a cominciare dalla fase live.

Tra breve il vostro primo album «Not for Sale»

Ho cominciato a scrivere il disco nella primavera del 2012. Precedentemente avevo svolto una ricerca sonora nell’ambiente di musica africana, in particolare afro bit, e campionato dischi di provenienza vudù di sole percussioni, realizzati nei caraibi. Le influenze musicali nei brani sono comunque dub e reggae. Con Donald ho registrato le batterie, chiedendogli un contributo nella composizione e Rayna riceveva i pezzi finiti cominciando a scrivere i testi e a studiare gli arrangiamenti vocali. Per il mixaggio ho optato per un modus operandi degli anni Novanta.

Cioè?

Ho lasciato il 5% di interpretazione ritmica a Madasky degli Africa Unite, di cui stimo molto il suono. Mi sono affidato alla creazione artistica di una persona che il progetto non lo aveva mai sentito.

Ci saranno riferimenti all’ecosostenibilità musicale?

Nel disco i riferimenti sono più velati, con una critica al consumismo. Ad esempio l’immagine di copertina è un segno di accusa contro un complotto che è in corso, per cui stanno provando a sottrarci la possibilità di creare l’orto in casa. L’obiettivo sarà di far comprare solo la frutta e la verdura che producono coloro che dall’alto hanno il controllo. Il nostro messaggio è «queste mani sono sporche di quella terra che state provando a sottrarci. Attenzione perché le persone che se ne stanno accorgendo».

C’è un video del brano «Shake & bounce», girato per le strade di Firenze.

Sì perché la label è fiorentina e visto che la musica non è più legata a un business incredibile, per noi deve essere vera e per questo abbiamo voluto sottolineare che siamo di Firenze. E’ una scelta controcorrente rispetto ad altre etichette. La dubstep è un genere di musica elettronica inglese e la tendenza è di seguire il loro taglio artistico, invece noi abbiamo mantenuto le origini. Il video è la versione remix dei Wobble Lovers, un duo di dj fiorentini, che fanno concerti di dj set con indosso la testa di panda.

Prossimamente partirà anche un tour?

Da metà ottobre in tutta Italia e saremo anche a Firenze. Finora ogni concerto è stato un successo, come quello in apertura di Tricky dei Massive Attack al Forte Prenestino. Abbiamo suonato davanti a settemila persone, un’ora di concerto che ci ha fatto capire che «questo progetto funziona bene».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP