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Polveriera No Tav

++ TAV: 25 FERITI FRA LE FORZE DELL'ORDINE ++
Attacco al cantiere di Chiomonte

Un’ottantina di No Tav incappucciati ha cercato venerdì 30 agosto di forzare un blocco sul ponte Clarea a circa 100 metri dalle recinzioni del cantiere di Chiomonte in Val di Susa. Le Forze dell’ordine sono intervenute e sono stati arrestati due attivisti legati all’area degli autonomi torinesi, nelle cui auto c’erano bombe molotov, scatole di razzi, pneumatici e rudimentali mortai. E’ stato inoltre incendiato nella notte un capannone della Geomont che lavora per il Tav, e sono stati distrutti una trivella e un generatore. Si presume che queste azioni non siano state realizzate dai pacifici cittadini che, secondo le recenti affermazioni del Presidente del Senato Pietro Grasso, sarebbero legittimati a opporsi a un’opera per la cui progettazione non sarebbero stati coinvolti.

Gian Carlo Caselli, procuratore capo di Torino, commentando l’intervento delle forze dell’ordine ha detto chiaramente che sulla questione No Tav e su quanto sta accadendo in Valle di Susa «c’è un fondo di preoccupazione per il silenzio e la sottovalutazione, se non peggio, da parte di uomini della cultura, della politica, dell’amministrazione e anche dell’informazione».

«Il movimento No Tav non c’entra niente con le violenze – ha precisato Caselli – nel movimento c’è una maggioranza di persone per benissimo, mosse da istanze legittime, ma le manifestazioni violente non possono essere tollerate e vanno respinte radicalmente. Altrimenti si rischia di soffiare sul fuoco e di fuoco c’è ne è già abbastanza».

Alcuni dei responsabili dei silenzi e delle sottovalutazioni si potrebbero desumere dalla cronache degli avvenimenti e dai commenti dell’opinione pubblica locale. I sindaci della valle hanno criticato qualche ministro che non si è recato, negli ultimi due anni, in Val di Susa nonostante le loro precise richieste. L’europarlamentare torinese dell’Idv, Gianni Vattimo è sceso in campo, giustificando anche atti illegali in val di Susa.Politici e amministratori piemontesi hanno soprattutto biasimato le inopportune affermazioni del presidente del Senato Pietro Grasso, che avrebbe fornito recentemente una giustificazione e un robusto assist ai violenti No Tav.

Caselli, da gentiluomo piemontese, non ha voluto precisare i bersagli della sua critica. Io continuo, come ho fatto da prefetto, a schierarmi a fianco di magistrati come lui che combattono per la legalità in prima linea, e critico aspramente chi discetta a ruota libera su questioni di cui non conosce l’esatta realtà. E purtroppo questi sono i risultati.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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