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Mario il Bagnino testimonial… della via Francigena

La notizia è ghiotta, ma è stata decisamente sottovalutata dalla stampa: Giorgio Panariello diventa testimonial della via Francigena in Toscana.

Per un giudizio di merito, abbiamo chiesto un intervento a uno dei massimi esperti di strade storiche, che è anche giornalista – e quindi lingua malefica – Fabrizio Vanni, segretario scientifico del Centro Studi Romei di Firenze.

Avranno pensato in Regione Toscana che Mario il Bagnino ci avrà una potenza non indifferente anche nei polpacci, oltre che nelle braccia, oppure che, se carica a Luni sul pattino un torpedone di pellegrini li trasporta in un battibaleno, bordesando la costa toscana, fino a Roma, facendo all’inverso il viaggio di Rutilio Namaziano. Già, ma così eviteranno in blocco l’intera Toscana.

Oppure l’idea peregrina è venuta a qualcuno che ha sgraffignato il fiasco di Merigo, e forse anche la bicicletta.

Marianna gane. Vero è che a un testimonial si chiede di testimoniare, non di essere un esperto di via Francigena e che, a un progetto nato male e a tratti proseguito peggio, servono più testimonial che esperti, tanto l’importante è tirare avanti, non certo avere un successo stabile e concreto come la mai imitata via per Santiago di Compostela (loro sì che ci hanno fior di esperti a guidare i pellegrini, e non politici trombati o trombandi – fateci caso, quando il Mortadella spese parole in favore della via Francigena, dopo poco perse la cappa e anche il governo…).

Però, se testimonial doveva essere, potevamo prendere la Belen Rodriguez a impersonare la sirena bicaudata del frontone della Pieve di Corsignano a Pienza: con una bella spatolata di fondotinta, avrei provveduto io stesso a nascondere la farfallina, simbolo che avrebbe sicuramente confuso e distratto dai veri simboli del frontone valdorciano l’attenzione delle masse plaudenti.

Però, se testimonial doveva essere, potevamo anche prendere la Filippa Lagerbach, almeno per la via Romea Teutonica: è svedese, e come la regina Cristina ha avuto un vasto successo personale in Italia, diventando la regina dei talk-show nostrani – regina di mera rappresentanza, come si addice alle moderne democrazie – ma in più ha le gambe lunghe e i piedi larghi da marciatrice.

Ma Panariello, che pure ha dalla sua simpatia e toscanità indubbie, Marianna gane, è un rude viareggino e il bagno Maria nel medioevo o era sott’acqua, o, nella migliore delle ipotesi, era una lunga striscia di tombolo, come è oggi il lido di Venezia, che separava il Tirreno dalla laguna di Massaciuccoli, la quale si spingeva allora abbondantemente verso nord-nordovest.

Non sarà che in Regione sia stato scritturato come nocchiero ideale per deviare i pellegrini francigeni verso le concerie di Santa Croce sull’Arno, che, a suo tempo si diceva che dovevano sostituire la Toscana dei cipressi? Benvenuto comunque al testimonial toscano della via Francigena.

Fabrizio Vanni

Centro Studi Romei

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