Narrativa / Trilogia di Marc Stout, romanzo di Angelo Mainardi
Lo scrittore premio Mondello nel 1986 torna alla narrativa con un insolito thriller psicologico
Firenze, 11 settembre 2013 – “Tre volte aveva tentato senza successo di uccidersi. Era ormai disperato. Ogni volta, naturalmente, l’esecuzione era avvenuta per intero come in un sogno angoscioso, fino all’ultimo atto che però veniva a mancare. Marc Stout aveva vissuto tre volte inutilmente la propria morte…”. Gli insoliti piani suicidi di un facoltoso industriale sono l’innesco del nuovo romanzo dello scrittore romano Angelo Mainardi, un thriller psicologico acuto e sorprendente intitolato “Trilogia di Marc Stout” (Mauro Pagliai Editore, pp. 176, euro 11). Mainardi, esordito nel 1986 con il romanzo “La stanza chiusa” (premio Mondello opera prima), apprezzato da personalità quali come Renato Minore, Corrado Augias e Walter Mauro, traduttore di Apollinaire, Jarry, Crevel e Schwob, torna alla narrativa a due anni di distanza da “La superiorità del topo”. Il protagonista del suo ultimo lavoro, Marc Stout, è un ricco editore immigrato dall’Est Europa, che decide di commissionare al suo misterioso dipendente Jean-Luc Poitier l’incarico di ucciderlo. Non dovrà essere un’esecuzione, ma una caccia all’uomo: lo stesso Stout non conosce in anticipo le modalità con cui il killer porterà a termine il suo compito. In cambio Poitier riceverà un milione di dollari e, per sua espressa volontà, anche Bella, la moglie del miliardario. Perché Stout vuole morire? Perché ha scelto proprio questo sconosciuto per farsi uccidere? Quali segreti legano Poitier a Bella? Mentre gli interrogativi si sommano, la vicenda prende una direzione drammatica e inaspettata. In una tragedia in tre atti originale e profonda, capace di prendere pieghe impreviste e sconcertanti, l’autore affronta con le armi dell’enigma e dell’introspezione i temi dell’inconscio, del destino e della volontà umana.
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