Costa Concordia, si scatena la gara dei porti
ISOLA DEL GIGLIO (GR) – Le priorità immediate sono quelle della messa in sicurezza del relitto e della ricerca dei corpi dei due dispersi. Nonostante questo si è già scatenata la gara tra i porti dove smaltire la Concordia: alle candidature di Piombino, Civitavecchia e Palermo, si aggiungono quelle di Napoli, Genova e Porto Torres. Ma l’ipotesi di ricorrere ad un porto estero, forse in Turchia, non è tramontata. E’ stata già opzionata la nave-piattaforma coreana Vanguard per il traino del relitto, un bestione capace di sollevare la Concordia e portarla lontano ad una velocità di 14 nodi.
In pole Piombino ma il porto toscano deve riuscire a completare i lavori infrastrutturali necessari. A Palermo c’è la sede di Fincantieri dove la nave è stata costruita ed a Genova la sede della compagnia Costa Crociere.
La rotazione del relitto ed il suo ritorno in asse non devono però illudere, la partita al Giglio non è chiusa. “La strada non è ancora terminata, mancano due fasi importanti: la collocazione dei cassoni ed il rigalleggiamento che non saranno passeggiate” ha ricordato il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.
Ma quali sono le prossime tappe del recupero? Messa in sicurezza della nave, che poi andrà riportata sulla linea di galleggiamento e quindi trainata nel porto scelto per lo smantellamento. Intanto valutazione delle condizioni della nave, considerando che il lato che si è appoggiato sullo scoglio dell’isola è vistosamente deformato e danneggiato, anche se pare in condizioni migliori di quanto ci si aspettasse. Verrà probabilmente irrobustito lo scafo della nave, che, mediante cavi di acciaio, sarà assicurata con maggiore sicurezza alla piattaforma. Un’operazione necessaria per prevenire qualunque rischio relativo alle condizioni meteomarine, visto che la Concordia dovrà rimanere ancora davanti all’isola del Giglio presumibilmente fino alla prossima estate.
La fase successiva sarà quella di riportare il relitto in galleggiamento, dato che ora i due terzi della nave sono ancora sotto l’acqua. Per questa operazione è necessario posizionare sul lato danneggiato della nave, in modo simmetrico, 11 cassoni uguali a quelli gia’ installati sul lato opposto e che sono stati utilizzati per il raddrizzamento della nave. A questo punto i cassoni, pieni d’acqua, saranno progressivamente svuotati dando così la spinta necessaria per riportare lo scafo in galleggiamento.
«Il bilancio dei rischi dell’operazione è positivo e l’intervento ha quasi azzerato l’impatto sul contesto ambientale -ha detto il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando- La qualità delle acque è rimasta immutata, c’è stato un costante monitoraggio delle acque».
La nave ad oggi resta sotto sequestro. «La decisione sul dissequestro la prenderà il tribunale, ma la priorità è la ricerca dei resti delle ultime due vittime del naufragio e poi un sopralluogo che dovrà compiere la procura, poi le altre attivita’ collegate al programma di rimozione». A dirlo è il procuratore di Grosseto Francesco Verusio: «Per ora la nave resta sotto sequestro. Dobbiamo compiere alcune verifiche a bordo, ma soprattutto cercare i resti di quelle due povere vittime -dice il Procuratore – poi sarà possibile il dissequestro, sul quale si pronuncerà il tribunale», che dovrà decidere anche, nell’udienza del 23 settembre, sulla richiesta di una ulteriore perizia su alcuni sistemi di bordo avanzata dalla difesa del comandante Francesco Schettino.
I corpi dei due dispersi sono quelli della passeggera siciliana Maria Grazia Trecarichi e del membro dell’equipaggio l’indiano Russel Rebello. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha detto che le ricerche dei due cadaveri riprenderanno nei prossimi giorni, non prima però di aver messo la nave in sicurezza. I giorni non possono essere quantificati, potrebbero passare 2-3-4 giorni una settimana, serve che la posizione si assesti sul falso fondale creato ad hoc per l’occasione, siamo in mare e ogni operzione diventa complicata perchè entrano in gioco le condizioni meteo e le correnti marine, variabili non da poco.
Ieri al Giglio i familiari dei due dispersi: il fratello di Rebello, Kevin, che nutre ancora la speranza di rirtovare il corpo del fratello per dargli una degna sepoltura, ed il marito della Trecarichi, Elio Vincenzi, che comunque ha detto «non voglio che nessuno metta a rischio ala propria vita per cercare Maria Grazia».