Omicidio Meredith, Amanda: «Ho paura, non torno in Italia per il processo»
FIRENZE – Amanda Knox sostiene di aver paura e conferma che non tornerà in Italia per il nuovo processo d’Appello sul delitto di Meredith Kercher previsto in Corte d’Appello a Firenze a partire dal 30 settembre. «Sto cercando di ricostruirmi una vita, ne ho una sola, non posso permettermi di esporla al pericolo di un’altra ingiustizia. Mi hanno già rubato quattro anni, non ho più niente in Italia -afferma in un’intervista al settimanale ‘Oggi’- Tutto quello che potevo dire l’ho detto in un centinaio di udienze, tutto quello che possedevo, l’allegria, l’ingenuità, la fiducia negli altri, mi è stato portato via. Ero una ragazzina quando mi hanno sbattuto in carcere. Ora mi sento come se avessi 40 anni in più di quelli che ho».
Amanda confessa che perdonerebbe gli inquirenti ma dovrebbero ammettere il loro errore. «Capisco gli inquirenti. Erano sotto pressione, dovevano trovare subito i colpevoli. Per me si sono fatti un’idea frettolosa e sbagliata del mio comportamento, della mia presunta freddezza, e hanno deciso che avevo qualcosa a che fare con l’omicidio: non sapevano cosa, esattamente, ma in qualche modo io c’entravo, ero colpevole e meritavo il carcere. Sono molto arrabbiata con il pm Giuliano Mignini e con gli investigatori, ma li perdonerei in un istante se ammettessero di aver sbagliato. Non devono neanche dirmi sorry, mi dispiace. Non voglio vendette. Sentirei una tale pace, se Mignini ammettesse di aver sbagliato».
Amanda vorrebbe visitare la tomba di Meredith Kercher insieme alla famiglia della giovane britannica. «Contattare i Kercher? Non ci sono ancora riuscita. C’è questo abisso di dolore che ci separa, che è cresciuto durante processo: non ho avuto il coraggio di attraversarlo. Milioni di volte, ho pensato di avvicinarli, e in milioni di modi diversi: non l’ho fatto perché ho paura che loro la considerino una strategia legale o mediatica. Non voglio che pensino questo di me. Leggo le loro dichiarazioni sul processo, su Meredith. Ho letto il libro di John Kercher. Sono stata assorbita e annientata dalle udienze, dalla prigione».
E’ rimasta in contatto con l’ex fidanzato Raffaele Sollecito imputato insieme a lei per il delitto di Meredith. «Faccio di tutto per stargli vicino: ci sentiamo sempre, gli faccio coraggio, dico a tutto il mondo che è innocente. Lui soffre più di me, perché tutto questo, la condanna ingiusta, l’accanimento dei pm e dei media, glielo sta facendo il suo Paese, la sua gente. E’ una persona straordinaria. E’ rimasto questo, l’affetto, ed è importante. Lui ha detto che a letto ero imbranata? Raffaele sa di cosa parla. Certo, avrei preferito che proteggesse di più la mia privacy».
PAOLO
E pensare che tutti in Italia si aspettavano di vederla al processo…. ma come mai, non si fida della Giustizia Italiana?!