Pd, il clima resta teso ma la data del Congresso non cambia
FIRENZE – Gli strascichi dell’Assemblea Pd che ha segnato il flop dell’intesa sulle modifiche allo Statuto si fanno sentire e il clima resta teso. I renziani continuano a sospettare che ci sia una parte del partito che vuole bloccare il congresso. In vista della direzione di venerdì prossimo il segretario Guglielmo Epifani manda segnali rassicuranti e ribadisce che la data dell’8 dicembre, fissata per le primarie nazionali, non cambierà e in direzione si chiuderanno tutte le questioni compresa quella dell’automatismo segretario-candidato premier.
Epifani ha ricevuto anche una telefonata da Enrico Letta, nella quale il premier gli ha ribadito di volersi tenere fuori dal dibattito congressuale anche per agevolare la possibilità di arrivare a una soluzione condivisa. Ma nell’area vicina al sindaco Renzi persistono i sospetti, non tanto o non solo sull’ala bersaniana, ma proprio su quella vicina al premier sotto accusa anche per aver bloccato un tentativo di mediazione in extremis sulle regole. L’avvertimento arriva dall’area del sindaco rottamatore con Andrea Marcucci: «il vecchio gruppo dirigente del Pd non riuscirà a fermare le primarie». Renzi resta osservato speciale dall’area governativa del Pd che mantiene una certa preoccupazione per i suoi affondi a Letta. Ma, almeno nella partita su data e regole del congresso, il sindaco di Firenze può contare su un’intesa con l’altro principale candidato alla segreteria, Gianni Cuperlo (e dunque con dalemiani e giovani turchi), che ha sottolineato a caldo subito dopo l’Assemblea che la data dell’8 dicembre va rispettata.