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Il Palazzo di Giustizia a Firenze

Omicidio Meredith, iniziato a Firenze il nuovo processo d’appello

Il Palazzo di Giustizia a Firenze
Il Palazzo di Giustizia a Firenze

FIRENZE – Al Palazzo di Giustizia di Firenze è scattato stamani il quarto grado di giudizio per l’omicidio di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese sgozzata nella sua casa di Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre 2007. Il processo bis viene ripetuto davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, dopo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito da parte giudici di secondo grado di Perugia ribaltando la condanna per omicidio in primo grado. L’ipotesi come emerge dalla sentenza della Cassazione che ha disposto il nuovo processo, è quella che Meredith sia rimasta vittima di un gioco erotico.

In carcere si trova un terzo imputato Rudy Guede, condannato a 16 anni.

Come già annunciato, in aula non ci sono i due imputati. Amanda ha spiegato in più interviste di non voler tornare in Italia perché ancora ferita dall’esperienza di quattro anni passati in carcere. Raffaele si trova in questi giorni in vacanza ai Caraibi, a Santo Domingo. Il padre di Sollecito ha comunque assicurato che il figlio sarà presente alle udienze a partire da quelle di fine ottobre. «Sono fiducioso» ha confidato Francesco Sollecito.

«Amanda penso che sia scappata perché c’entra con la morte di Meredith. E’ colpevole sennò non mi avrebbe calunniato». Lo ha detto Patrick Lumumba, costituitosi parte civile al processo, datore di lavoro di Amanda al tempo dell’omicidio e da lei indicato come l’autore del delitto, poi scagionato. «Non voleva essere punita e voleva depistare le indagini – ha aggiunto Lumumba- La corte di appello le ha dato la possibilità di scappare. Ma la povera Meredith merita giustizia. Io sono qui, sono ovunque si cerchi la verità su questa vicenda in cui ci sono due vittime, la prima è la povera Meredith, la seconda sono io».

«Siamo convinti della colpevolezza di Amanda e Raffaele, della loro presenza sulla scena del crimine» sostiene l’avvocato della famiglia Kercher, Francesco Maresca. A chi gli chiedeva cosa pensasse dell’assenza degli imputati, stamani in aula, l’avvocato Maresca ha risposto: «Non commento, è una loro scelta, il codice lo permette». Il legale ha poi detto che la famiglia Kercher ha inviato una lettera alla corte.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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