Lucchini, 10mila in corteo a Piombino
PIOMBINO – Corteo nel centro di Piombino per la giornata di sciopero generale organizzata da Cgil, Cisl e Uil a Piombino a difesa del distretto e della Lucchini. Dal palco è stata annunciata la presenza di 10.000 persone. Ci sono le tute verdi dei lavoratori dello stabilimento siderurgico e quelli dell’indotto di Piombino e di tutta la Val di Cornia. In corteo, i segretari di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
«E’ interesse del Paese avere un governo che faccia la scelte necessarie. La legge di stabilità abbia al centro la restituzione fiscale al lavoro e alle imprese. Noi non siamo per tagli generici alle tasse ma bisogna distribuire meglio il carico fiscale in modo che i lavoratori stiano meglio e i consumi riprendano. Servono, inoltre, provvedimenti di politica industriale. Ogni giorno che passa, infatti, perdiamo una grande impresa, imprese di rete, e abbiamo difficoltà in molti settori, e non è possibile continuare a non affrontarle, a non decidere, a non avere un’idea di come si tira fuori il Paese dalla crisi» ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso.
Una volta ottenuta la fiducia «il governo convochi subito le parti sociali. Non vorremmo trovarci di fronte ad una finanziaria che va in Parlamento senza essere stata discussa con le parti sociali» ha aggiunto il leader della Cgil
Lucchini è una vertenza nazionale spiega Bonanni: «Pone il quesito di che cosa devono vivere gli italiani. I consumi si sono ridotti a livelli del 1990 e l’economia italiana arretra per effetto dell’incapacità delle famiglie di far fronte ai problemi e che quindi non spendono. Questo circolo vizioso va spezzato. L’industria italiana, che è la cosa che dà più da vivere agli italiani va posta al centro della nostra battaglia e al centro della valutazione della classe dirigente italiana. Spero in un rinnovamento radicale della politica. Nei prossimi giorni incontreremo il premier Letta e gli chiederemo di mettere al centro questa battaglia».
Governo che deve intervenire per mantenere la siderurgia. «Non credo ci siano le risorse e neppure la volontà di far tornare Ilva o Lucchini in mano pubblica, credo invece che lo Stato debba intervenire fortemente per mantenere questa produzione trovando interlocutori e acquirenti importanti ma soprattutto favorendo un rinnovamento potente delle tecnologie utili per produrre l’acciaio. Poi, dobbiamo sconfiggere la mentalità secondo cui produrre acciaio è incompatibile con l’avvenire del Paese. E’ il contrario» ha detti Bonanni.
«Siamo venuti qui perché non vorremmo assistere a un funerale, qui non rischiamo solo una catastrofe per migliaia di persone ma la catastrofe si allargherebbe all’intera provincia e alla Toscana. Questo è il senso della lotta che facciamo. Questa è una vertenza che può decidere nel tempo del futuro industriale di questo Paese –ha detto il segretario della Uil Luigi Angeletti– Io ritengo che questa consapevolezza non ci sia, anzi la nostra classe politica e classe dirigente penso abbia l’idea che in Italia una vecchia gloriosa industria possa sparire. Pensando che un po’ di cassa integrazione e mobilità possa dare sollievo. Lo Stato deve intervenire nell’economia. Penso che non sia ideologico dire che dobbiamo sostenere i nostri settori strategici. Questa è una vertenza simbolica, ma se perdiamo, la strada del declino sarà irreversibile».
Presente anche il Governatore toscano Enrico Rossi. «No alla chiusura dell’altoforno, in assenza di un progetto approvato e sostenuto. La vertenza è nazionale. Serve un piano per l’acciaio».
«Da quando è svanito il sogno siderurgico di Piombino, viviamo una situazione drammatica. Stiamo attraversando una temperie durissima, per migliaia di famiglie –ha denunciato Gianni Anselmi, sindaco di Piombino– Dobbiamo fare muro. I governi non devono solo risolvere i problemi di equilibrio politico ma devono dare risposte, perché Piombino non può e non deve morire».