Stragi ’93, Tagliavia resti all’ergastolo
FIRENZE – Il sostituto procuratore generale di Firenze Giuseppe Nicolosi, che sostiene l’accusa insieme ad Alessandro Crini, ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado con cui nel 2011 la Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo il boss Francesco Tagliavia per aver messo a disposizione il gruppo di fuoco delle stragi mafiose di Milano, Firenze e Roma negli anni ‘93-‘94. Nella requisitoria Nicolosi spiega che «anche senza le dichiarazioni di Spatuzza la posizione che emerge per Tagliavia è comunque di responsabile di questi fatti di strage».
Nicolosi ha quindi ricordato le dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia, fra i quali Fabio Tranchina ascoltato anche durante questo processo d’appello a Firenze. Tagliavia era il capo famiglia di Corso dei Mille che faceva parte del mandamento di Brancaccio guidato dai fratelli Graviano. Tagliavia ha alle spalle anche una condanna all’ergastolo per l’attentato di via d’Amelio ed è ritenuto responsabile di numerosi omicidi. La sentenza è attesa per la prossima settimana: il programma prevede udienze l’8, il 9 e il 10 ottobre.
«Se un dato, un qualcosa noi abbiamo capito da queste vicende è che, certamente, la linearità aiuta la comprensione, rispetto a quando si ragiona troppo di sistemi criminali, di cose troppo complesse, che prevedono una sorta di corresponsabilità -ha detto il sostituto pg di Firenze, Alessandro Crini parlando della credibilità di Gaspare Spatuzza– Nella prova del dolo la prova deve essere diretta e semplice. Il sistema criminale andrebbe bene se si trattasse di un delitto colposo, che io commetto anche non sapendolo: ecco il sistema, la compartecipazione, un pezzettino per tutti. Ma non è questo». L’idea che Spatuzza possa essersi inventato una riunione ad hoc fra mafiosi per incastrare Tagliavia, ha detto Crini «ci sembra francamente, un pochettino arzigogolata, poco lineare e, come tutte le cose poco lineari, tendenzialmente non vera».
«Spatuzza è certamente credibile anche su quel punto». Lo ha detto il sostituto pg di Firenze Crini riferendosi all’incontro avuto nel ‘94, al bar Doney in via Veneto a Roma, fra Gaspare Spatuzza e Giuseppe Graviano, durante il quale sarebbero stati fatti i nomi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. In quel colloquio, ha ricordato Crini, Graviano fa a Spatuzza «i nomi significativi di due esponenti, uno politico, uno legato asseritamente a Cosa Nostra: Berlusconi e Dell’Utri». Nel corso della requisitoria Crini aveva ricordato un precedente appuntamento, a Campofelice di Roccella. In quell’occasione, ha ricordato Crini, «Spatuzza esprime le proprie perplessità a Graviano per i troppi morti che si stavano portando dietro con le stragi di Milano, Firenze e Roma. Graviano rispose che era bene che ci fossero i morti così chi si doveva dare una smossa se la sarebbe data. Voi ve ne intendente di politica?, individuando quindi un doppio movente». Spatuzza, prosegue la requisitoria, ritenne quindi che Giuseppe Graviano gli avesse suggerita l’esistenza di coperture politiche, agganci.