A Siena Letta pensa al Governo, privatizzazioni e crescita
SIENA – Un piano di privatizzazioni e misure per la crescita e l’occupazione, grazie alle quali l’Italia possa agganciare la ripresa. Enrico Letta guarda avanti e pensa a quei provvedimenti economici che facciamo tornare il segno più davanti al Pil. Sul voto della giunta per la decadenza del senatore Silvio Berlusconi, com’era prevedibile, nemmeno un cenno. Il premier riteneva che la vicenda non lo riguardasse prima, figurarsi ora che lo stesso Cavaliere ha votato la fiducia su un discorso in cui uno la separazione fra la sua vicenda giudiziaria e la vita del governo era netto.
Letta tifa per il suo vicepremier Alfano come leader del Pdl. Se riuscisse davvero a conquistare il Pdl, isolando i falchi, l’equilibrio nelle larghe intese sarebbe garantito e con esso quelle riforme istituzionali che richiedono maggioranze qualificate.
Davanti alla platea di Pontignano XXI, il convegno organizzato dal British Council, di cui lo stesso Letta ha deciso di mantenere la co-presidenza insieme a Lord Patten, al centro del suo intervento mette l’Europa e l’economia. L’Unione deve cambiare strada, «essere più vicina ai cittadini e cambiare linguaggio. Altrimenti, alle prossime elezioni, ci sarà l’Europarlamento più euroscettico della storia. Qualcosa che l’Italia, che a giugno assumerà la guida del semestre Ue, non può permettersi. Ma per evitarlo servono risposte ai problemi concreti dei cittadini. Anche per questo chiede con forza che l’Europa «alzi il livello e l’efficacia» dei suoi interventi in modo da evitare il ripetersi di tragedie come quella di Lampedusa.
Sul fronte economico il presidente del Consiglio si dice fiducioso che i dati su crescita e occupazione migliorino nel 2014. La strada che intende seguire è tracciata: con «Destinazione Italia» si varerà un piano per attrarre gli investimenti stranieri, attraverso una riduzione della burocrazia, la riforma della giustizia civile e del diritto del lavoro. Ma soprattutto si farà un grande piano di privatizzazioni, con il quale si finanzieranno parte dei provvedimenti previsti nella legge di stabilità, che saranno tesi al rilancio dell’occupazione e dello sviluppo.