L’eversione alza il tiro: esplosivo dentro un hard disk
FIRENZE – Una bomba mascherata da hard disk. È arrivata alla redazione de La Stampa di Torino, indirizzata al cronista Massimo Numa, che da tempo si occupa delle tematiche della Val di Susa e dei No Tav. La bomba era confezionata con 120 grammi di polvere esplosiva compressa all’interno di un hard disk con un microchip che doveva funzionare da detonatore non appena fosse stata collegata al computer tramite cavetto usb. L’ordigno è arrivato in una grossa busta, spedita per posta ordinaria, regolarmente affrancata ma senza mittente. Il pacco conteneva una lettera di accompagnamento , che spiegava come il presunto hard disk contenesse dei video con immagini girate proprio a settembre e relative ai campeggi di lotta no tav di Venaus e Chiomonte in Val di Susa. Il giornalista si è insospettito e ha chiesto l’intervento della polizia. Si trattava di una vera e propria bomba pronta ad esplodere in meno di cinque secondi dopo essere stata collegata al computer e poteva causare danni gravi alla persona e forse anche uccidere. Condanna del gesto e solidarietà a Numa, intervento del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, che sottolinea come i terroristi no tav siano una minoranza, ma pericolosa, come conferma quest’episodio.
Sul loro sito i No-tav affermano invece che atti di questo genere non sono realizzati dal movimento, ma che si vuole alimentare la campagna contro di loro, la deriva violenta, il ritorno agli anni di piombo e tutto il resto.
Sono in corso le indagini per risalire al mittente. Quest’episodio serve a mettere in guardia le persone esposte a minacce o ritorsioni; quando si riceve un pacco sospetto o di cui non si identifica l’esatta provenienza meglio essere prudenti e chiamare subito vigili del fuoco o le forze dell’ordine. In Toscana vi sono stati episodi di questo tipo nel passato, non legati alla questione del sottoattraversamento ferroviario e dell’alta velocità, e i destinatari erano ufficiali delle forze armate.
Il dibattito e le polemiche sulle grandi opere, nei nostri territori, hanno per fortuna come scenario stampa e mezzi di comunicazione, siti internet, consigli regionali, provinciali e comunali. Confidiamo che le polemiche restino sempre in quest’ambito ma invitiamo alla prudenza. Anche se magistratura e forze dell’ordine sono vigili, ricordo che fino a non molto tempo fa sui muri di Firenze erano apparse scritte minacciose contro sindaco e prefetto. Non è tempo quindi di stare sull’albero a cantare, ma occorre rimboccarci le maniche per disinnescare ogni motivo di esasperazione e conflitto sociale, che a lungo andare potrebbero innescare qualche tentazione di emulazione.