Meredith, l’appello bis entra nel vivo
FIRENZE – Il nuovo processo d’appello per l’omicidio di Meredith entrerà nel vivo lontano dall’aula di Firenze. Il 10 ottobre, a Roma nella sede del Ris, i periti della Corte analizzeranno la traccia di dna trovata sul coltello sequestrato a Raffaele Sollecito. Lo ha suggerito la Cassazione annullando le assoluzioni di Sollecito e Amanda Knox. Sul coltello, ritenuto l’arma del delitto, vennero trovate alcune tracce: una della Knox, un’altra della vittima, una terza non esaminata perché troppo piccola. Ora verrà analizzata, il risultato verrà discusso in aula il 6 novembre ovviamente se i periti ricaveranno un risultato certo. Altrimenti, quel giorno inizierà la discussione, con la requisitoria del sostituto pg Alessandro Crini.
L’udienza di oggi è servita anche a sbrigare l’altro passaggio procedurale chiesto dalla Cassazione: la nuova testimonianza di Luciano Aviello, ex collaboratore di giustizia, detenuto, che è stato compagno di carcere di Sollecito. Durante il processo di appello, a Perugia, Aviello accusò il proprio fratello (deceduto) dell’omicidio di Meredith, che sarebbe stato compiuto durante una rapina. Poi, in un interrogatorio con i pm, ritrattò. Oggi è tornato ad accusare il fratello. Per quelle sue dichiarazioni, ritenute prive di valore sia dall’accusa sia dalle difese, Aviello è in attesa di processo per calunnia.
Anche oggi in aula non c’erano gli imputati. Amanda si tiene aggiornata scambiando continui sms col suo difensore. Sollecito potrebbe arrivare a Firenze per le udienze di novembre quando, ha assicurato l’avvocato Bongiorno, farà una dichiarazione spontanea.