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Il processo sulla Concordia a Grosseto

Concordia processo, 28 e 29 ottobre interrogatorio di Cemortan e altri

Il processo sulla Concordia a Grosseto
Il processo sulla Concordia a Grosseto

GROSSETO – Nuove udienza, il 28 e 29 ottobre prossimi, per il processo Concordia. Salvatore Ursino, ufficiale di plancia, dovrà deporre il 28, mentre il giorno successivo è prevista l’escussione di Mario Palombo (comandante in pensione di Costa Crociere), Antonello Tievoli (maitre di bordo della nave), Ciro Onorato e della ballerina moldava Domnica Cemortan, che al momento dell’impatto erano in plancia comando.

La ballerina moldava Domnica Cemortan, testimonierà il 29 ottobre
La ballerina moldava Domnica Cemortan, testimonierà il 29 ottobre

Durante l’udienza di ieri è stato sentito in aula, per 9 ore come teste, l’ufficiale cartografo Simone Canessa che Schettino, prima di salpare da Civitavecchia, incaricò di variare la rotta per effettuare un passaggio ravvicinato al Giglio. Lo ha raccontato lui stesso. «Prima della partenza da Civitavecchia il comandante Schettino mi disse di aspettare sul ponte, poi mi ordinò di programmare una variazione della rotta Civitavecchia-Savona per passare accanto al Giglio». Era il pomeriggio del 13 gennaio 2012, verso le 19.30, quando Schettino convocava Canessa. Che tracciò una rotta con cui la nave deviò dall’itinerario abituale verso Savona. A nord di Giannutri la nave virò per il Giglio. Canessa ha spiegato che sapeva che si sarebbe trattato di un’accostata da navigazione turistica ma i pm di Grosseto hanno fatto sentire un audio tratto dalla scatola nera in cui per la prima volta nella vicenda compare la parola «inchino». E’ un dialogo in plancia, mentre la nave era ancora ferma nel porto di Civitavecchia, tra Canessa e Schettino. «Allora -diceva Schettino- vedi che velocità dobbiamo fare. Andiamo sotto al Giglio. Amm’a fare l’inchino al Giglio». E poi, alla replica affermativa di Canessa, Schettino aggiunge: «Andiamo a fare questo c…o di Giglio». Sul motivo di questa decisione insolita rispetto all’abituale rotta per Savona, Canessa ha detto: «Avevo sentito dire che era per un saluto a qualche abitante del Giglio o che lavorava sulla nave».

Per il cartografo sarebbe stata la sua seconda accostata in carriera. «Nel 2005 facemmo, su un’altra nave, un’accostata all’isola del Giglio, in totale sicurezza, alla velocità di cinque nodi, a bassa distanza, qualche centinaio di metri. Al comando c’era Mario Palombo. Ci avvicinammo con tutte le precauzioni, furono avvisate le autorità». Ma la testimonianza del cartografo ha affrontato anche i momenti drammatici dopo l’urto, essendo andato in plancia a dare aiuto anche se non era di guardia: «Chiedevo, con gli altri ufficiali, molto insistentemente al comandante Schettino di fare qualcosa, di dare l’emergenza generale, strillavamo mentre la nave affondava, ma lui ci diceva di aspettare finché molto più tardi si decise a dare l’ordine di abbandono».

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