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'Ndrangheta, due gruppi criminali facevano affari tra Toscana e Calabria

Pizzo e droga, i tentacoli della ‘ndrangheta sulla Toscana

'Ndrangheta, due gruppi criminali facevano affari tra Toscana e Calabria
‘Ndrangheta, due gruppi criminali facevano affari tra Toscana e Calabria

LUCCA – Incendi per convincere imprenditori a pagare il pizzo e minacce con le armi a chi tardava a pagare la droga: queste le attività di due gruppi criminali sgominati dai carabinieri di Lucca, che in Toscana e in Calabria hanno arrestato 13 persone. A capo dei due gruppi ci sarebbe Giuseppe Lombardo, che vive a Altopascio, membro di una storica famiglia di ‘ndrangheta, che avrebbe agevolato la cosca Facchineri di Cittanova (Reggio Calabria), con ramificazioni in Lombardia.

Il padre di Giuseppe Lombardo, Antonino, apparteneva alla cosca Facchineri di Cittanova (Rc), arrestato per mafia nel 1997 e condannato definitivamente nel 2003, era sfuggito nel 1987 a un agguato mafioso nell’ambito di una faida tra famiglie, dove morì un altro figlio, Angelo, e altri due rimasero feriti. Temendo per la propria vita, Antonino si trasferì ad Altopascio assieme al figlio Giuseppe, che, all’epoca, aveva 22 anni. Quest’ultimo rimase in contatto con il clan di appartenenza i Facchineri e ha riproposto il modello ‘ndranghetista ad Altopascio.

Nella Relazione annuale della Commissione parlamentare d’inchiesta del 2008, Giuseppe Lombardo viene indicato quale organicamente appartenente alla cosca Facchineri in Toscana ed autore del tentato omicidio di un nomade, Sebastian Fudorovic, nel 2006. Inoltre, i militari dell’Arma di Lucca che hanno svolto le indagini hanno documentato numerosi viaggi che Lombardo ha fatto a Cesano Boscone e Lacchiarella i due comuni nel milanese dove vivono i familiari di Vincenzo e Giuseppe Facchineri, ambedue detenuti, per ricevere direttive sulle attività illecite in corso, ma anche e soprattutto «Per portare i soldi ai carcerati», come lui stesso diceva, portando denaro ai familiari dei due Facchineri incarcerati.

Dalle intercettazioni emerge che quando minaccia qualcuno spesso lo fa citando la propria appartenenza al clan Facchineri, con i quali vanta una parentela e afferma che, nei 4 anni in cui è stato detenuto, la famiglia non lo ha mai abbandonato. Il Gip conclude che Lombardo fa parte della cosca, la sorregge economicamente nel momento del bisogno, ne porta i pizzini, si mette a disposizione, ne cura gli interessi economici in Toscana. Le sue violenze e minacce assumono la veste propria della violenza o minaccia mafiosa.

«L’eccellente attività svolta è la testimonianza della presenza dello Stato e delle sue Istituzioni che presidiano il territorio, prevengono il crimine e lo combattono, a difesa dei cittadini e della loro serenità». Così una nota della prefettura di Lucca guidata dal prefetto Giovanna Cagliostro, che si è complimentata con il comando provinciale dei carabinieri dopo che stamani ha dato esecuzione, in Toscana ed in Calabria, a 13 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Firenze nei confronti di persone quasi tutte di origine calabrese responsabili di associazione per delinquere finalizzata a estorsione, incendi, minacce, danneggiamenti, traffico e spaccio di stupefacenti.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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