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Regione, incentivi per chi assume

Crisi, coesione e innovazione al centro del Dpef 2014

Regione, incentivi per chi assume
Regione, incentivi per chi assume

FIRENZE – «Il rilancio della competitività del sistema produttivo toscano, la tutela del lavoro in tutte le forme, gli interventi per i cittadini più colpiti dalla crisi, azioni fondamentali per mantenere il modello di coesione sociale della nostra regione, insieme alla difesa del territorio e l’ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali». Questi i capisaldi del nuovo Documento di programmazione economico finanziaria (Dpef), illustrati dall’assessore al bilancio Vittorio Bugli al Consiglio regionale.

Secondo l’assessore le priorità programmatiche sono articolate intorno a quattro aree tematiche: competitività del sistema regionale e capitale umano; sostenibilità, qualità del territorio ed infrastrutturazione; diritti di cittadinanza e coesione sociale; governance ed efficienza della Pubblica amministrazione. «Queste priorità -ha spiegato Bugli- si basano sulle parole coesione sociale e crescita, che cercano di essere tenute insieme dalla parola innovazione. Un’innovazione intelligente, semplice, sostenibile, inclusiva e proattiva».

In tema di coesione sociale verrà rafforzato il campo degli incentivi alle assunzioni e verrà data piena attuazione alla legge regionale a favore delle famiglie con figli e lavoratori in difficoltà temporanea.

Sul fronte della sanità saranno introdotti meccanismi per rendere più veloci i pagamenti ai fornitori. Per quanto riguarda gli investimenti, sono allo studio forme alternative al semplice indebitamento dell’amministrazione, visto il venir meno dei finanziamenti statali.

Per la crescita è determinante il superamento del gap infrastrutturale. Volano della crescita anche l’innovazione.

Tra i vari aspetti interessati dal Dpef anche quello dello sviluppo e del credito. Il mondo delle imprese ha bisogno di liquidità per fare gli investimenti necessari a creare nuovo sviluppo. In tutto il Paese si calcola che sono necessari 150 miliardi di euro, ma le banche ne potranno garantire solo 50 o 60. E’ perciò necessario cercare altre forme di sostegno ed accesso al credito: strumenti di microcredito o altri fondi di settore.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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