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In caso di elezioni Renzi non vincerebbe contro Berlusconi

Berlusconi interdetto per due anni

Il Pd all'attacco di Berlusconi condannato
Silvio Berlusconi

Due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi per il caso dei diritti tv Mediaset. Lo ha deciso la Corte di appello di Milano che ha ridotto i cinque anni di interdizione inflitti in primo e secondo grado. Come si ricorderà i giudici della Suprema Corte di Cassazione, confermando i 4 anni di reclusione per frode fiscale, avevano annullato i cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici, sostenendo che vi fosse squilibrio nel rapporto con la condanna penale e che non si potessero superare i 3 anni d’interdizione. Nel nuovo processo d’appello a Milano il pg ha chiesto di condannare l’ex premier a due anni di interdizione, mentre la difesa ha sostenuto che la pena dovesse essere ridotta a un anno. I legali del premier hanno poi annunciato il ricorso in Cassazione, sia chiedendo il ricalcolo della pena accessoria, sia riproponendo le questioni di costituzionalità sollevate in udienza. La pena accessoria quindi, prima di diventare definitiva, dovrà passare un nuovo vaglio della Cassazione. La pronuncia della Suprema Corte potrebbe arrivare o già entro la fine di quest’anno o nei primi mesi del prossimo.

Quando la pena dell’interdizione sarà definitiva Berlusconi perderà l’elettorato attivo e passivo per il tempo stabilito dai giudici: non potrà più votare, dunque, né candidarsi. L’interdizione comporta anche la decadenza dalla carica di senatore, ma su questo punto dovranno esprimersi la Giunta per le immunità e poi il Senato in aula. Per quanto riguarda, infine, la pena principale da scontare, pari ad un anno (tre dei quattro anni della condanna sono coperti da indulto), Berlusconi ha già chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali. Sulla richiesta deciderà il Tribunale di Sorveglianza, forse non prima della primavera 2014.

Il Pdl compatto afferma che la sentenza non toglierà comunque la leadership a Silvio Berlusconi, che continuerà la sua battaglia giudiziaria non solo su questo fronte, ma su numerosi altri. L’aspettano al varco i vari processi Ruby e il procedimento aperto a Napoli (corruzione e finanziamento illecito) a seguito delle dichiarazioni dell’ex senatore dell’Idv Sergio De Gregorio che lo accusa di averlo corrotto con 3 milioni di euro. Infine a Bari è aperta un’inchiesta che vede il Cavaliere indagato per aver indotto, assieme all’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, l’imprenditore Gianpaolo Tarantini a mentire all’autorità giudiziaria nell’inchiesta escort.

La via giudiziaria per l’eliminazione di Berlusconi, non realizzata attraverso l’attività politica per incapacità della sinistra, avanza dunque a passo spedito, favorita anche da alcuni imperdonabili errori del Cavaliere. Vedremo gli sviluppi nei prossimi mesi: finora le vicende personali dell’ex premier hanno avuto sicuramente influenza sull’attività governativa, senza peraltro arrivare a provocare una crisi di governo. Speriamo che per il futuro la sorte di Berlusconi e quella dell’esecutivo non tornino ad incrociarsi pericolosamente.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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