Skip to main content

Fiorentina, rimonta da urlo. Rossi (tripletta) riscrive la storia

[widgetkit id=36190]

FIRENZE. Incredibile al Franchi. Dopo un’ora in cui sembrava annichilita dalla Juventus, la Fiorentina compie una rimonta da urlo, batte (4-2) la Juventus dopo 15 anni, regala una gioia pazzesca ai propri tifosi e si ripropone prepotentemente in zona Champions League.

Finisce 4-2 con Pepito Rossi autentico eroe grazie a una tripletta da raccontare ai nipotini: un rigore, un tiro da fuori e un tocco facile dopo un contropiede da manuale: la standing ovation che gli regala lo stadio quando Montella lo richiama, dice che il nuovo capocannoniere del campionato è anche il nuovo re di Firenze.

Da subito l’atmosfera al Franchi è da anni’80, con quei riflettori accesi fin dal primo minuto di gioco. Tra gli spettatori non passa uno spillo: i numeri ufficiali parlano di 38.290 paganti. L’inizio della partita però non rispecchia le attese, le due squadre sono molto nervose: nessuno crea pericoli e la gente s’infiamma solo per le ammonizioni: prima tocca a Tevez, poi ad Aquilani, infine a Barzagli.

Ad accendere ulteriormente gli animi ci pensa Conte che si mette a battibeccare, con il sorriso sulle labbra va detto, con il pubblico. Scintille solo sugli spalti, però. A far decollare la partita i giocatori ci provano solo con i tiri da fuori ma i tentativi dei vari Tevez, Rossi e Roncaglia (addirttura due volte nelle sue avanscoperte) sono molto velleitari.

Al 21′ il primo episodio davvero importante: Massimo Ambrosini è costretto ad abbandonare il campo per un problema fisico. Gli subentra il più offensivo Mati Fernandez, a testimonianza di come Montella voglia provare a vincere anche se la gara è davvero molto bloccata.

Il primo portiere a dover compiere un intervento di rilievo è Neto: per vedere una conclusione nello specchio della porta bisogna aspettare una rasoiata di Marchisio al 29′, cui per altro la deviazione dell’estremo difensore viola non è neppure troppo complicata.

A Neto servirebbe invece il miracolo al 36′ perché il direttore di gara Rizzoli indovina una spinta di Rodriguez su Tevez in piena area e non ha esitazioni a fischiare il penalty. Lo stesso uruguagio dal dischetto è glaciale e porta avanti i suoi spiazzando il portiere di casa.

I padroni di casa accusano il colpo e, da grande squadra, la Juve subito dopo piazza il micidiale uno-due. E’ Pogba ad avviare l’azione di contropiede e poi anche a trasformarsi in realizzatore chiudendo una sorta di triangolo involontario con Cuadrado che per provare il disimpegno alza un improbabile campanile in piena area che taglia fuori tutta la sua difesa.

Sono due colpi che ammazzerebbero anche un toro, ma non la Fiorentina di oggi, nonostante inizialmente nella ripresa siano ancora i bianconeri ad andare vicini al gol con Marchisio che si presenta a tu per tu con Neto dopo una bella combinazione con Llorente, ma stavolta il portiere viola è bravo. Ripetendosi poco dopo su un’incornata di Chiellini e di lì a poco su una bella punizione a giro di Andrea Pirlo.

Montella capisce che così non ha speranza di arrivare al pareggio e tenta la carta Joaquin che rileva lo spento Aquilani. Ma non cambia nulla: la prima volta in assoluto che Buffon è costretto a intervenire è dopo un’ora esatta su una punizone tutt’altro che terrificante di Mati Fernandez.

Ma improvvisamente, mentre la Juve sembra controllare agevolmente, il cileno diventa decisivo. S’incunea in area e induce Bonucci al fallo. Rizzoli, bravo, indica ancora il dischetto e Rossi trasforma. E’ il gol che sblocca la Fiorentina e fa tornare l’entusiasmo a un Franchi a lungo ammutolito.

Lo stadio spinge i suoi, lo stesso Pepito trova quasi subito il pareggio grazie a un sinistro da fuori che piega le mani all’incerto Buffon. Basta così? Neanche per sogno. Perché Joaquin va, a strettissimo giro di posta, a completare la rimonta eludendo l’uscita dello stesso portiere azzurro su assist di Pizarro.

Finita? Neanche per sogno. Perché Cuadrado poco dopo finalmente si accende, semina tutta la difesa bianconera e poi serve su un piatto d’argento a Rossi la palla del 4-2 che Pepito confeziona con un tocco di giustezza che manda in visibilio lo stadio.

Quattro gol in 14 minuti, roba che non si concretizzava neanche nei sogni più belli dei sostenitori viola: il triplice fischio di Rizzoli lo accolgono come una liberazione dopo una serie di “ohhhh” che dura almeno 5 minuti. E poi la gente non vuole lasciare lo stadio: troppo bello restare lì a festeggiare una giornata semplicemente indimenticabile.


Massimiliano Mugnaini

Giornalista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741