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Juve ko, la lunga attesa del tifoso viola

rossi
Giuseppe Rossi

Nella mia sessantennale «carriera» di tifoso viola – negli ultimi anni da prefetto prima di Torino e poi di Firenze – raramente mi era successo di passare improvvisamente dallo sconforto quasi assoluto alla gioia irrefrenabile, come mi è accaduto oggi.

Le partite con la Juve costituiscono per noi un evento particolare; per molto tempo, quando la Fiorentina era a secco di titoli e di coppe, una vittoria con gli odiati bianconeri valeva quasi un campionato. Le sfide abbastanza recenti allo stadio Franchi ci ricordano che i gigliati non battevano i piemontesi dal 1998, quando ancora giocava e segnava Gabriel Batistuta. Ma, risalendo indietro nel tempo, mi viene in mente il ritorno di Baggio a Firenze in maglia bianconera, nel 1991, il suo rifiuto di tirare il rigore, la sciarpa viola che raccolse uscendo dal campo. La vittoria anche allora (purtroppo non sono state molte) arrise alla Fiorentina (1-0) e io, viceprefetto in tribuna d’onore, feci un gesto di scherno a Bettega e Moggi seduti in tribuna. Con quel che si è saputo dopo con le inchieste di Calciopoli forse lo meritavano.

Negli anni 2008 – 2010, seduto nella tribuna d’onore dello stadio Olimpico di Torino, ho dovuto sopportare vittorie dei bianconeri e sfottò dei tifosi juventini. Anche se i sostenitori vip, che sedevano al mio fianco (John Elkhann e il presidente Cobolli Gigli), mantenevano sempre un atteggiamento molto signorile e educato. Nel resto degli spalti i tifosi manifestavano ovviamente un comportamento diverso, e vi lascio immaginare il mio stato d’animo quando quasi tutto lo stadio saltava e intonava il consueto coro “chi non salta fiorentino è”. Ma soprattutto ricordo il nefasto incontro con i bianconeri del marzo 2012 allo stadio Artemio Franchi. In tale occasione, ultima partita alla quale assistevo in tribuna vip, visto che dopo un mese sarei andato in pensione, abbiamo tutti subito l’umiliazione di uno 0-5 netto e indiscutibile, per di più siglato (ultima rete) da un mio omonimo, Simone Padoin.

Con questo turbinio di pensieri e di emozioni, sperando nella rivincita di quello 0-5 che ancora mi bruciava, ho acceso oggi la tv, sintonizzata sull’Artemio Franchi, pieno in ogni ordine di posti per tifare per i viola e gufare contro la vecchia signora.

L’inizio è stato prudente, ma poi sono cominciate per me le palpitazioni. La Juventus cominciava a gestire la partita e a dominare il centrocampo. Un’ingenuità di Rodriguez e Pizarro ha regalato il rigore trasformato da Tevez e una cappellata di Cuadrado ha favorito il 2-0 di Pogba. I bianconeri hanno controllato il match senza problemi fino al 20 del secondo tempo, quando qualcosa è scattato nelle gambe e nella mente dei viola, e probabilmente anche dei bianconeri. Fino a quel momento confesso di aver avuto la tentazione di spengere il televisore. Per fortuna non l’ho fatto e al 21’ Giuseppe Rossi, che alla fine segnerà una tripletta, apre le nostre speranze su calcio di rigore, poi raddoppia per un’incertezza di Buffon. Ho esultato per il mezzo miracolo realizzato, ma dopo qualche minuto un contropiede micidiale finalizzato da Joaquin ha sancito il sorpasso, e Rossi ha definitivamente fissato il 4-2 con un altro contropiede esemplare condotto dalla freccia Cuadrado, imprendibile per i macchinosi difensori bianconeri.

Nonostante i cambi e i tre minuti di recupero la Juve non ha reagito e la Fiorentina ha condotto in porto una vittoria agognata da tutta la città, che ci riporta in scia dei bianconeri e ci fa risalire in classifica. Godiamoci questa prodezza, la prima dopo 14 anni, contro la «gobba», ma non culliamoci sugli allori. A metà settimana ci aspetta l’incontro di Europa League con il Pandurii e dobbiamo continuare a onorare quest’impegno così importante.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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