Renzi al Pd: «Basta reduci, voti anche da Destra e da Grillo»
FIRENZE – Presentati i testi che accompagnano le candidature per la guida dei Dem. «La parola comunicazione non faccia paura. Larghe intese una faticosa eccezione, non la regola. Nel nuovo partito più territori e meno burocrazia centrale» scrive Matteo Renzi che punta anche ai voti di Pdl e 5stelle.
Il sindaco di Firenze, candidato alla segreteria del Pd, ha presentato il suo documento programmatico in vista del Congresso. «Abbiamo spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già: non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a chi non c’era». E’ un passaggio chiave del documento di Renzi.
Il sindaco di Firenze punta a rastrellare voti a destra e a sinistra. Punta agli elettori del Pdl e del Movimento 5 Stelle perché il Pd «si è già fatto del male» in passato rinchiudendosi. «Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde».
Partito aperto e partecipativo. «Il Pd deve essere spalancato alla curiosità, non rinchiuso nelle proprie certezze. Siamo stati bravi a farci del male. Abbiamo respinto ai seggi persone, uomini e donne che, armati della propria passione, erano usciti di casa per esprimere un voto, una scelta per noi. Abbiamo escluso chi voleva partecipare. Cosa c’è di più sbagliato, se non arroccare un partito?», si chiede Renzi.
Rivoluzione radicale. «All’Italia non bastano piccoli aggiustamenti, ma serve una rivoluzione radicale. Ci meritiamo di più. E tocca a noi cambiare verso. Questa crisi non va sprecata, la sinistra vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente».
La sconfitta del Pd. Renzi torna poi a chiedere un’analisi del risultato delle elezioni politiche di febbraio. «Nel 2013 il centrosinistra ha perso l’occasione più straordinaria per iniziare a cambiare l’Italia, perdendo elezioni politiche che sembravano già vinte. Abbiamo bisogno di una lettura sincera, però, delle cause di quella sconfitta perché non succeda di nuovo».
Il nuovo partito. Descrive poi come vorrebbe riorganizzare il partito, valorizzando i circoli territoriali. «Sono tre le basi del nostro Pd: i circoli, gli amministratori, i parlamentari. che devono avere sempre di più la consapevolezza di essere maggioranza in Parlamento. Nel Pd che faremo conteranno di più i territori e di meno i dipartimenti centrali».
Serve un Pd che parli chiaro. Serve «un partito che sappia comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura. Chi non comunica è perduto».
Quale futuro governo? Renzi non ha dubbi: «Crediamo nel bipolarismo e nell’alternanza. Pensiamo che le larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola. Vogliamo un bipolarismo gentile ma netto. Pensiamo il Pd abbia il dovere di fare la prima mossa sulla legge elettorale partendo dalla Camera dove ci sono i numeri per modificare il sistema».