Skip to main content
Giuseppe Quattrocchi

Grazie a Giuseppe Quattrocchi

Giuseppe Quattrocchi
Giuseppe Quattrocchi

Oggi Giuseppe Quattrocchi, procuratore della Repubblica di Firenze, saluta gli amici e i colleghi in prossimità del termine del suo servizio attivo in magistratura: una carriera intensa e piena di successi. Ma non voglio celebrare soltanto il magistrato: questa non vuol essere la consueta sviolinata, come quelle che si scambiano spesso le autorità: il prefetto parla bene del procuratore, il procuratore del rettore, il rettore del prefetto. Oggi vorrei esprimergli il sincero riconoscimento di un amico che ha avuto responsabilità istituzionali, e che spesso e volentieri ha operato insieme a lui in perfetta collaborazione e unità d’intenti.

Ho conosciuto Pino quando arrivò a Firenze, dove ha iniziato più di quarant’anni fa il suo percorso nella magistratura. La Toscana è stata una regione che lo ha conquistato, tant’è vero che è rimasto prima a Firenze, dove è stato giudice penale e poi sostituto procuratore generale, poi a Lucca, dove dal 1993 al 2008 è stato procuratore della Repubblica e nuovamente a Firenze, dove ha ricoperto lo stesso incarico che fu di mio padre quarant’anni or sono.

A Firenze è nata la nostra cordiale amicizia, che si è corroborata prima quando lui era procuratore a Lucca e io prefetto di Pisa, poi quando siamo ambedue tornati nel capoluogo toscano. Nel periodo pisano – lucchese ci siamo incontrati molte volte a casa di comuni amici e ci siamo sentiti talvolta anche per ragioni d’ufficio. Ne ricordo una, nel 2001, quando Pino era anche giudice sportivo della serie C. Un derby Pisa-Livorno era stato sospeso per intemperanze dei tifosi di casa e il giudice, sulla base del referto arbitrale, era chiamato a decidere l’entità della squalifica dello stadio pisano, l’Arena Anconetani. Interpretando alla perfezione i desideri del prefetto, Pino valutò congrue quattro giornate di squalifica del campo, giusto quelle che mancavano alla fine del campionato. Non ci eravamo parlati preventivamente, ma quest’episodio è indice di una comune sensibilità nel valutare determinate situazioni, pur con ruoli diversi.

Molte le inchieste importanti avviate dall’ufficio da lui diretto nel recente periodo fiorentino, alcune ancora in corso, che sono sulle prime pagine dei giornali. Si tratta di procedimenti contro il malaffare e la corruzione nella pubblica amministrazione (una per tutte, gli appalti della protezione civile per il G8 della Maddalena, poi spostato a L’Aquila), nelle istituzioni universitarie (procedimento con accusa di peculato nei confronti dell’allora Direttore del SUM, Aldo Schiavone), contro la mafia cinese, contro la mafia nostrana.

L’inchiesta avviata a suo tempo dai compianti Piero Vigna e Gabriele Chelazzi per la bomba dei Georgofili è stata sempre mantenuta viva da Pino Quattrocchi. A questo proposito mi piace ricordare una sua frase: «Queste indagini non devono e non possono chiudersi mai». E successivamente, dopo qualche tempo ha aggiunto: «Per cercare di capire abbiamo fatto cose da pazzi, (…) la procura ha cercato di individuare le responsabilità investigando tutta una serie di circostanze che ci facevano intravedere l’esistenza di possibili corresponsabilità fino ad allora non approfondite». Proprio sulla base delle dichiarazioni di alcuni pentiti si era arrivati all’irrogazione di due nuovi ergastoli: per il boss Francesco Tagliavia, che avrebbe messo a disposizione il gruppo di fuoco, e per il pescatore Cosimo d’Amato, accusato di aver fornito il tritolo. Riguardo alle corresponsabilità non materiali, cioè ai concorrenti esterni, non sono state trovate prove e, ha aggiunto Quattrocchi onestamente: «se non si acquisiscono fatti e fonti di prova, dal giudice non si va». Ma i magistrati non getteranno la spugna.

Conoscendolo bene, credo che Pino concluda il servizio attivo, quella missione alla quale ha dedicato l’esistenza, con grande nostalgia del suo mondo. Ha affermato infatti: «mi mancherà molto il mio lavoro, il profumo del mio ufficio e, soprattutto, mi mancheranno enormemente le persone con cui ho lavorato». E credo lasci anche con il cruccio che non si sia riusciti a risolvere quella contrapposizione fra politica e magistratura che ha avvelenato gli ultimi vent’anni della nostra storia. A tal proposito Pino aveva affermato nel corso di una tavola rotonda organizzata nel maggio 2011 dalla provincia di Firenze: «L’idea che tutti noi magistrati ci siamo fatti è che i problemi della giustizia dovrebbero essere affrontati nei termini corretti che la questione esige. Il versante politico, che è molto importante e che tra l’altro non ci compete, deve misurarsi nelle numerose occasioni nelle quali noi suggeriamo come, tecnicamente e strutturalmente, la giustizia può trovare l’avvio in termini reali e fattivi della soluzione dei problemi che affliggono i cittadini».

Pino è uno sfegatato tifoso viola, e anche in questo siamo fortemente uniti e solidali. Quante volte abbiamo gioito e sofferto insieme sugli spalti del Franchi. Nell’ultima gara interna contro gli odiati gobbi, forse in onore del loro tifoso eccellente, i gigliati hanno compiuto un’impresa memorabile, rimontando due reti ai bianconeri e seppellendoli con un pesante 4-2. Ci siamo visti il giorno dopo e abbiamo condiviso nei commenti la disillusione iniziale e l’esaltazione finale, e gli ho detto : «almeno tu hai lasciato con un esaltante 4-2, io due anni or sono conclusi la mia esperienza di prefetto-tifoso con un mortificante 0-5, per di più siglato dal mio quasi omonimo, Simone Padoin, in forza alla Juve».

Continueremo a tifare viola, ma soprattutto non cesseremo di combattere perché nel nostro paese s’imponga la legalità. Sono sicuro che Pino s’impegnerà ancor più per far comprendere ai giovani il primato della legge, l’importanza e il ruolo delle istituzioni, la necessità di difendere e salvaguardare i principi fondamentali della nostra democrazia. In quest’opera saremo ancora una volta al suo fianco. Grazie di tutto, Pino, e un forte abbraccio.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Commenti (2)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741