E se l’arbitro Calvarese ammettesse lo sbaglio?
FIRENZE – E se l’arbitro, il teramano Gianpaolo Calvarese, si «pentisse»? Nel mondo del calcio, da tempo, c’è il tentativo di chiedere ai calciatori «scatti d’onestà», anche in campo, dichiarando magari di essersi macchiati di falli, o di gesti violenti, non visti e non sanzionati. Ecco, non ci sarebbe nulla di strano se il direttore di gara che ha deciso di ammonire per simulazione e quindi espellere il «recidivo» Cuadrado, ammettesse, nel referto di gara, di essersi sbagliato. Perché è chiarissimo che lo sgusciante attaccante viola non ha fatto la scena, ma è stato «falciato» dal napoletano Inler.
Sarebbe salvo lui, Calvarese, nel senso della sua immagine, con un gesto lodevole anche considerata la giovane età. E sarebbe «salva» la regolarità del campionato, considerato che il giudice sportivo potrebbe serenamente decidere di non squalificare il colombiano, permettendogli di giocare sabato sera a San Siro contro il Milan. E non privando la Fiorentina di uno dei suoi punti di forza. È vero che la società ha presentato reclamo invocando la prova televisiva, grazie a un precedente dello scorso campionato di serie B. Durante Varese-Crotone, venne espulso il calciatore Fabrizio Grilòlo, accusato di aver colpito da terra un avversario. Le immagini tv dimostrarono l’innocenza di grillo e il giudice sportivo, il 24 dicembre 2012, accolse il ricorso con questa motivazione: «Le riprese tv sono in piena garanzia tecnica e di perfetta intellegibilità».
Ecco, anche le immagini tv del 91’ minuto di Fiorentina-Napoli risultano assai nitide. Si vede chiaramente l’intervento di Inler sulle gambe di Cuadrado. Il giudice sportivo potrebbe acquisirle e chiudere la questione «assolvendo» il giocatore viola, anche se, dal punto di vista del risultato, non ha il potere di concedere a posteriori il rigore che avrebbe potuto permettere alla Fiorentina di pareggiare. Ma sarebbe molto meglio, anche come gesto apprezzabile di sportività, se fosse lo stesso arbitro Calvarese ad ammettere: dicendo semplicemente «ho sbagliato». Un suo grandissimo precedessore, Concetto Lo Bello, uno dei più grandi arbitri italiani (in campo fino agli anni Settanta) ammise di aver sbagliato concedendo un rigore per fallo inesistente su Gianni Rivera.