Due Novembre: Coldiretti, 400 milioni in fiori
FIRENZE – Appuntamento da ricordare nel rispetto della tradizione con una spesa di circa 400 milioni di euro nell’acquisto di fiori, soprattutto crisantemi, anche se la crisi, il calo delle visite ai cimiteri e l’aumento del ricorso alla cremazione ha dato un duro colpo ad un’abitudine consolidata.
E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la spesa in fiori per la ricorrenza dei defunti quest’anno ha superato quella di San Valentino, anche se si registra in entrambi casi una flessione nel numero di acquirenti.
Anche per questo i prezzi sono pressoché stabili e si segnala peraltro una grande variabilità a seconda del momento e dei luoghi.
La varietà più diffusa di crisantemo è l’anastasia. I prezzi di vendita al dettaglio per i fiori variano da 1,5 euro a 7 euro per quelli più grandi e possono arrivare ai 15 euro se si tratta di crisantemi in vaso o di mazzi con più fiori.
Per evitare di cadere nelle trappole del mercato è meglio non ridursi all’ultimo momento per gli acquisti, evitare venditori improvvisati per non alimentare l’illegalità, preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori. Per fare durare di più i fiori si consiglia, sostiene la Coldiretti, di cambiare l’acqua nei vasi ogni due o tre giorni e di tagliare il gambo dei fiori cogliendo, se possibile, l’occasione di ripetere la visita di commemorazione.
La produzione del crisantemo è sicuramente una delle tecniche più complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che occorre programmare la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio. Per quanto riguarda i crisantemi la produzione nazionale di fiori si aggira attorno ai 436 milioni di pezzi, due terzi dei quali sono ottenuti nei vivai di Campania (regione leader) e Sicilia. Seguono la Toscana, il Veneto e la Lombardia.
E’ invece della Calabria il primato dei crisantemi in vaso con 2,5 milioni di pezzi circa un quarto della produzione nazionale che si aggira attorno ai 9,7 milioni. Oltre alla Calabria, la Toscana, il Lazio, la Lombardia e il Veneto sono le regioni maggiormente produttive.