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Intestavano aziende ad operai in difficoltà, 3 arresti

In seguito ad ogni controllo dei carabinieri i tre istituivano una nuova società
In seguito ad ogni controllo dei carabinieri i tre istituivano una nuova società

FIRENZE – Creavano aziende a ripetizione, obbligando operai in gravi condizioni economiche ad intestarsi la ditta come prestanome. Un sistema che consentiva a tre imprenditori di gestire le proprie aziende senza dover pagare le sanzioni per una serie di irregolarità, dall’illecito smaltimento di rifiuti speciali alla mancata assunzione di lavoratori che operavano in nero, in quanto le multe ricadevano sui titolari fittizi. In seguito ad ogni controllo dei carabinieri infatti i tre istituivano una nuova società spostando gli stessi operai da un’azienda all’altra.

I carabinieri di Camugnano, sull’Appennino bolognese, con la collaborazione dei colleghi di Bologna, Roma, Prato, Firenze e Foggia, hanno arrestato i tre uomini, residenti in Toscana, ideatori e gestori del sistema. Si tratta di Carmine Caiazza, 69 anni, ex direttore di banca, Gerardo Curci, 57 anni, e Giuseppe Giambra, 55 anni. Quest’ultimo, che contrariamente agli altri due non figura in alcuna società, era finito implicato a metà degli anni ‘80, poi assolto, in un’inchiesta fiorentina per associazione a delinquere di stampo mafioso dell’allora sostituto procuratore Pier Luigi Vigna.

L’accusa contestata dal pm della procura di Bologna è estorsione (due quelle consumate e una tentata). L’indagine, partita nel settembre 2012, è nata dalla denuncia ai carabinieri di Vergato di un operaio, un fiorentino di 71 anni, che aveva deciso di ribellarsi alle minacce di licenziamento fatte dagli uomini nel caso in cui non avesse adempiuto alle loro richieste: essere usato come «testa di legno», senza avere alcun potere gestionale nella società che operava a Camugnano nella ristrutturazione di un hotel, il cui cantiere è stato poi sequestrato per reati ambientali.

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