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Raffaele Sollecito oggi al processo di appello bis, a Firenze (foto Riccardo Sanesi)

Meredith, Sollecito: «Non sono uno spietato assassino»

Raffaele Sollecito oggi al processo di appello bis, a Firenze (foto Riccardo Sanesi)
Raffaele Sollecito oggi al processo di appello bis, a Firenze (foto Riccardo Sanesi)

FIRENZE – In aula, seduto sui banchi degli imputati,Raffaele Sollecito ha rilasciato dichiarazioni spontanee, un’accorata autodifesa al processo d’appello bis di Firenze per l’omicidio di Meredith Kercher: «Non sono un assassino spietato– ha detto – Nei miei confronti una persecuzione allucinante». Raffaele ha spiegato che Amanda Knox è stato il suo primo vero amore e che lui una vita non ce l’ha, lo ha detto con la voce rotta dalla commozione.

«Sento nei miei confronti una persecuzione senza senso. Mi hanno descritto come un assassino, non sono niente di tutto questo. Al momento io una vita reale non ce l’ho» ha detto con la voce rotta dalla commozione. Sollecito ha chiesto ai giudici di correggere gli errori commessi da chi lo ha condannato.

«Ho conosciuto Amanda e fu il mio primo vero amore. Fu tardi perché ero riservato e impegnato molto negli studi, quando avevamo 20 anni c’era tutto nella nostra mente fuorché una visione di disprezzo dell’essere umano come ci descrive chi ci accusa. Anche io come la mia famiglia, sono sempre stato una persona onesta. La mia famiglia non ha mai avuto problemi con la giustizia».

Durante l’udienza illustrata anche la perizia del dna trovato sul coltello sequestrato in casa di Sollecito. La traccia trovata fra l’impugnatura e la lama ha «notevoli affinità» con il profilo genetico di Amanda Knox ha spiegato in aula il perito del Ris dei carabinieri di Roma.

«Supportiamo fortemente – ha detto – che il profilo genetico di Amanda sia presente nella traccia». Secondo l’accusa quel coltello da cucina è l’arma del delitto. La difesa ha sempre ricordato che venne sequestrato in casa di Sollecito, all’epoca fidanzato di Amanda e che, quindi, è normale che sia stato usato da Amanda per scopi domestici. A riprova del risultato, ha ricordato il perito, ci sono gli esiti dei confronti fra la traccia e i profili genetici di Sollecito, Guende e Meredith, dai quali sono emerse «evidenti discordanze».

Tutto esaurito nell’aula dove si svolge il processo d’Appello per l’omicidio di Meredith. Il pubblico ha riempito tutti i posti a sedere nello spazio riservato e molti cittadini sono rimasti in piedi. Tra il pubblico di circa 150 persone anche studenti universitari di giurisprudenza e avvocati tirocinanti.

Il presidente Alessandro Nencini ha calendarizzato le prossime udienze: 25 e 26 novembre, 16 e 17 dicembre e 9 e 10 gennaio. Il 10 gennaio la Corte si rititerà in camera di consiglio, dovrebbe dunque essere il giorno della sentenza.


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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