Toscana, Enel e Prefetture insieme per la legalità
SIENA – Combattere le infiltrazioni della criminalità organizzata e tutelare la legalità a livello regionale, per prevenire ed evitare tentativi di infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti. E’ l’obiettivo del protocollo locale di partenariato tra Enel e le dieci Prefetture della Toscana siglato presso la Prefettura di Siena, a margine della conferenza periodica dei Prefetti toscani.
Il protocollo è stato firmato dai prefetti di Siena Renato Saccone, di Arezzo Saverio Ordine, di Firenze Luigi Varratta, di Grosseto Anna Maria Manzone, di Livorno Tiziana Giovanna Costantino, di Lucca Giovanna Cagliostro, di Pisa Francesco Tagliente, di Pistoia Mauro Lubatti, di Prato Maria Laura Simonetti e dal viceprefetto reggente di Massa Anna Mitrano. Per Enel ha firmato Domenico Vozza.
Enel si impegna ad acquisire la prevista documentazione antimafia prima della stipula dei contratti di appalto di lavori, servizi e forniture attinenti alle attività d’impresa ad alto rischio di infiltrazioni mafiose, segnalando eventuali situazioni di potenziale rischio alle Prefetture competenti che provvederanno a effettuare rigorosi preventivi, promuovendo nel contempo le misure più efficaci per la sicurezza nei luoghi di lavoro e per la prevenzione del lavoro nero. Se dovessero emergere elementi relativi a tentativi di infiltrazione della criminalità, il contratto con Enel non potrà essere stipulato.
Numerosi i campi di applicazione previsti dal protocollo: si va dai furti di materiali, soprattutto cavi di rame, agli attentati alla sicurezza degli impianti, dai furti e frodi di energia elettrica alle frodi contrattuali nel processo di smaltimento dei rifiuti, fino al rispetto delle misure di sicurezza dei lavoratori e alla lotta contro il lavoro nero e ai fenomeni di corruzione e concussione nel rilascio di atti amministrativi strumentali.
PAOLO
Sarebe interessante sapere in che cosa consiste la “prevista documentazione antimafia”: probabilmente in una autocerrtificazione con la quale l’imprenditore dichiarerà che non è collegato alla mafia? Oppure verà selezionato un imprenditore che non ha ancora riportato condanne per collusioni? Mah! Mi sembra solo pura burocrazia, tanto cara ai nostri pseudo-amministratori…